Giustizia / Il fatto

Lo stalker si finge vittima: l'imputato finito a processo anche per sostituzione di persona e diffamazione

L'amicizia via social era iniziata nell'estate 2016, ma da almeno cinque mesi l'avvocato stava prendendo informazioni sui gusti della donna, sugli hobby. Lui le ha chiesto di uscire, lei garbatamente ha rifiutato l'invito. Lui ha insistito, ma invano.

TRENTO. La conoscenza è avvenuta sui social, lo spazio virtuale in cui si fa amicizia con un clic. Se per la donna si trattava di curiosità, per l'uomo - un quarantenne avvocato - l'utilizzo dei social altro non era che il primo scalino per raggiungere un ben preciso obiettivo: conoscere di persona la donna, frequentarla, stare con lei. Peccato che il sentimento non fosse per nulla condiviso.

Da un clic alla persecuzione il passo è stato breve e purtroppo si è protratto nel tempo. Non è facile fermare uno stalker, anche se la legge c'è. La donna ci è riuscita, grazie alla polizia, alla protezione delle persone a lei vicine, al suo avvocato. In questa storia, tra l'altro, le vittime sarebbero anche più di una: oltre alla giovane donna presa di mira, sono rimasti coinvolti il compagno di lei e l'amico a cui lo stalker aveva "rubato" l'identità per inviare alla vittima una e-mail denigratoria (di qui l'accusa di sostituzione di persona).

Nel corso delle indagini si è pure scoperto che l'imputato era "seriale": a Bolzano era stato aperto un procedimento a suo carico per stalking nei confronti della ex fidanzata. L'amicizia via social era iniziata nell'estate 2016, ma da almeno cinque mesi l'avvocato stava prendendo informazioni sui gusti della donna, sugli hobby. Lui le ha chiesto di uscire, lei garbatamente ha rifiutato l'invito. Lui ha insistito, ma invano.

È scattato il "piano b" e l'uomo è passato all'attacco con una e-mail dai toni minacciosi. «Non ti preoccupare: la vita restituisce tutto con gli interessi: ti verrò in mente spesso d'ora in avanti». Una lettera era per alla vittima, un'altra è per l'amica affinché cercasse pure lei di convincere la giovane donna a prestargli ascolto.

L'avvocato si è incattivito sempre più e ha contattato un legale fingendo di essere lui stesso vittima di stalking. Pare impossibile, ma alla giovane donna, che nel frattempo aveva chiesto aiuto alla polizia, era arrivata la diffida: non doveva avvicinarsi all'uomo, al suo domicilio, al luogo in cui lavorava. E-mail anonime con contenuti diffamatori sono arrivate ad amici, familiari e colleghi di lavoro della vittima nel dicembre 2016 e anche nell'agosto 2017, quando ad essere preso di mira era stato il compagno, definito analfabeta e fallito.

L'imputato è finito a processo per stalking, sostituzione di persona, diffamazione. Contro di lui un pool di legali: l'avvocato Paolo Mazzoni per la giovane donna, l'avvocata Camilla Valentini per il compagno di lei, l'avvocato Danilo Pezzi per l'amico della vittima. In abbreviato, nel gennaio di due anni fa, lo stalker era stato condannato a 1 anno e 10 mesi, una provvisionale di 10mila euro a favore della donna e 2.500 euro al compagno e all'amico.

Ora, in Appello, la pena è stata in parte ridimensionata: 1 anno, 4 mesi e 20 giorni e una provvisionale di 7 mila euro.

comments powered by Disqus