Sociale / Le difficoltà

Il 40% dei Circoli pensionati trentini rischia la chiusura a causa della burocrazia

Ben 110 presidenti hanno sottoscritto una lettera indirizzata alla Provincia e nei prossimi giorni il Coordinamento dei circoli anziani incontrerà un commercialista per migliorare la gestione dei bilanci. Il presidente Cova: “Nessuno di noi deve chiudere. L'età cresce e c'è sempre più bisogno di ritrovarsi, di stare in compagnia”

di Marica Viganò

TRENTO. Decine di Circoli pensionati ed anziani del Trentino rischiano di chiudere. Non per mancanza di soci e di volontari, ma a causa della burocrazia.

«Noi "diversamente giovani" non abbiamo tutti dimestichezza con il computer» spiega Tullio Cova, presidente del Coordinamento provinciale dei Circoli, 18 mila soci nel 2021 (numero quest'anno in crescita), 24 mila prima della pandemia.

«Con lo Spid abbiamo avuto un aiuto dal Comune di Trento, che ci ha mandato un ragazzo del Servizio civile - ha aggiunto - con la firma digitale ci siamo accordati con le Comunità di Valle e la Camera di Commercio. Ora ci chiedono di inserire ogni dato al computer, dal bilancio al libro soci. Vogliono digitalizzare tutto e lo chiedono anche a noi: abbiamo alcuni presidenti di circolo abituati a scrivere a mano». Il riferimento è alla Riforma del Terzo Settore e «a tutte quelle pratiche di ragioneria complessa richieste».

«Ci sono presidenti di circolo che hanno subito detto che a queste condizioni non se la sentono di andare avanti e sono pronti a chiudere. Quanti? Almeno il 40%» evidenzia Cova. Se ne è discusso in un'assemblea dei presidenti dei circoli aderenti al Coordinamento provinciale, sabato scorso. Era presente anche Esarmo Righini, presidente dell'associazione nazionale dei Centri sociali, Comitati anziani e orti (Ancescao). Da questo confronto è nata la lettera sottoscritta inizialmente da ben 110 presidenti su 120, con altre firme che si sono aggiunte tra lunedì e ieri. Più del 90% dei responsabili dei circoli è d'accordo con Cova.

Il documento è stato inviato al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, al presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder e all'assessora provinciale alla salute e alle politiche sociali Stefania Segnana. Vengono segnalate, come si legge nella lettera, «le oggettive difficoltà riscontrate da associazioni di piccola dimensione, come i Circoli pensionati e anziani, e in genere da tutte le Aps (associazioni promozione sociale, ndr) di piccola dimensione nell'adempiere a tutte quelle pratiche ragioneria complessa richieste dalla Riforma del Terzo Settore».

Spiega Cova: «Le associazioni più grandi hanno una struttura organizzativa e maggiore disponibilità economica. Spesso hanno già al loro interno esperti nella contabilità. Noi invece no, siamo soli. Per questo chiediamo alla Provincia di intervenire. Serve un aiuto pratico, ad esempio che ci dia le risorse per poterci rivolgere ad una persona competente, perché non ce la facciamo con le nostre forze».

Nel documento inviato a Fugatti, Kaswalder e Segnana viene anche mossa una critica sulla possibilità di un accesso indifferenziato ai fondi da parte di associazioni di promozione sociale e di organizzazioni di volontariato. «Con questo provvedimento - si legge - aumentano le strutture associative che hanno possibilità di accesso ai contributi provinciali. E nulla si dice sull'entità dei fondi messi a disposizione, per cui è possibile pensare a una inevitabile diminuzione nominale dei contributi di cui le singole associazioni potranno beneficiare».

La prossima settimana il Coordinamento circoli pensionati ed anziani del Trentino ha fissato un incontro con un commercialista per valutare una sua collaborazione nella gestione dei bilanci. «Vedremo se la Provincia risponde - conclude il presidente Tullio Cova - Con la digitalizzazione dei conti i nostri circoli vengono penalizzati. Tanti presidenti dicono che a queste condizioni sono pronti a lasciare. Ma nessuno di noi deve chiudere. L'età cresce e c'è sempre più bisogno di ritrovarsi, di stare in compagnia».

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