Trento / La sentenza

Donna denunciò l'ex amante, assolta nel processo per calunnia: lei negò la relazione ma gli sms erano d'amore

Quattro anni fa, la fine del rapporto e le accuse all'uomo di violenza sessuale, sequestro di persona e porto abusivo di armi: tutti i reati caddero tranne quello di atti persecutori. Lui poi ha chiamato lei a rispondere di quelle che descrive come bugie su quanto c'era stato fra loro

TRENTO. Nei messaggi lo chiamava "cucciolo", scriveva "baci e coccole", "mi manchi", "non posso fare a meno di pensarti" e si domandava: "come facciamo a stare lontani?" Parole di una innamorata. Ma la stessa donna ai carabinieri ha poi raccontato un'altra storia: sarebbe stata assoggettata con la forza, costretta a subire attenzioni sessuali da parte dell'uomo, all'epoca suo collega di lavoro.

La verità? Sta nel mezzo, secondo un vecchio adagio.

In Tribunale però non ci si affida ai detti popolari, ma alle leggi: l'uomo, da lei denunciato, condannato per stalking a 5 mesi e 10 giorni, ieri era parte offesa nel procedimento per calunnia che si è aperto nei confronti della donna dopo la querela di lui. Davanti alla giudice per l'udienza preliminare Claudia Miori, che ha assolto l'imputata, si è chiusa una vicenda umana e giuridica complessa, un incrocio di denunce, passioni, sgambetti, mezze verità.

I due si erano conosciuti sul lavoro e frequentati come amanti, dato che entrambi erano sposati.

Quasi quattro anni, dal 2014 al 2018 sarebbe durata la relazione extraconiugale, alimentata da messaggi scritti di nascosto dai rispettivi partner e di appuntamenti in luoghi poco frequentati. L'uomo, artigiano di professione, nelle sue querele aveva sempre evidenziato come per anni ci fu un rapporto di confidenze e di stretta condivisione, dalle passeggiate nei boschi alle "coperture" offerte dagli amici per evitare che i partner scoprissero la relazione.

Ma ad un certo punto il rapporto deflagrò: nel settembre 2018 la donna denunciò l'amante sostenendo di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali e di aver subìto la relazione per paura degli atteggiamenti di lui, accusato anche di possedere armi. Si aprì un procedimento penale per violenza sessuale, sequestro di persona, porto abusivo di armi: tutti i reati caddero tranne l'accusa di atti persecutori, in quanto l'uomo fra settembre e novembre 2018, e dunque a relazione ormai conclusa, per vedere la ex amante era passato più volte sotto casa di lei ed aveva suonato, presente anche il marito.

Una condotta che non gli risparmiò una condanna per stalking.

L'altroieri l'artigiano. assistito dall'avvocata Martina Gaiardo, era presente in aula, ma come parte civile nel procedimento contro la donna: lui la denunciò per calunnia, per le troppe bugie raccontate sulla loro relazione mentre i messaggi sul cellulare dicevano altro. L'imputata è stata assolta perché il fatto non costituisce reato. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza» evidenzia l'avvocata Gaiardo, che si era opposta alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero, istanza accolta dal giudice. Amaro il commento dell'uomo: «Mi sento offeso, tradito nella fiducia che ho posto nella persona e poi anche nella giustizia». Ma. Vi.

comments powered by Disqus