Occupazione / Smart

I provinciali (e comunali) potranno lavorare da casa per due giorni alla settimana, raggiunto l’accordo

È stato firmato oggi tra Provincia e sindacati all’Apran il nuovo accordo che va a disciplinare il lavoro agile dei dipendenti pubblici, ma non vale per i dirigenti

TRENTO. Due giorni di lavoro a distanza a settimana, aumentabili a tre in casi di particolari fragilità o necessità famigliari del lavoratore. È stato firmato oggi (29 giugno) tra Provincia e sindacati all’Apran il nuovo accordo che va a disciplinare il lavoro agile dei dipendenti pubblici.

La disciplina riguarda i dipendenti della Provincia autonoma di Trento, dei Comuni e delle APSP e non si applica invece alla classe dirigente provinciale.

“L'accordo - sottolinea l'assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli - è un’ importante occasione di far evolvere le modalità di lavoro dei nostri collaboratori dove la misura del tempo lavorato non sia più così centrale ai fini della verifica della produttività la quale potrà essere misurata anche in base al raggiungimento di obiettivi, andando verso una maggiore conciliazione lavoro/famiglia. Con questo accordo si esce dalla straordinarietà del periodo Covid per dare il via ad una nuova forma del lavoro dove combinare in maniera virtuosa lavoro in presenza – che non potrà mai mancare e sarà di fatto prevalente – e lavoro a distanza dove siano centrali le competenze dei singoli e il lavoro di gruppo”.

L’accordo prevede una fascia di collocabilità della prestazione con articolazione oraria flessibile e una fascia di inoperatività del lavoratore nella quale vige il diritto alla disconnessione e che coincide con il periodo di 11 ore di riposo consecutivo.

Particolare attenzione è stata dedicata nel testo al tema della sicurezza richiamando le Linee guida approvate dal Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sulla base di quanto previsto dal Piano strategico. Inoltre, a differenza della disciplina precedente, l'accordo prevede che nel periodo di lavoro agile trovino applicazione le disposizioni in materia di lavoro straordinario e/o supplementare.

Infine, la nuova disciplina prevede che la prestazione di lavoro in modalità agile sia finalizzata a garantire obiettivi di efficacia e di efficienza nel raggiungimento degli obiettivi delle amministrazioni, ma anche che, grazie agli elementi di flessibilità, lo stesso sia uno strumento particolarmente indicato per la gestione di situazioni individuali di fragilità e per favorire la conciliazione dei tempi di vita/lavoro.

I SINDACATI

I sindacati della Funzione pubblica trentina, Fp Cgil con Italo Giongo, Cisl Fp con Giuseppe Pallanch, Uil Fpl con Marcella Tomasi e Fenalt con Maurizio Valentinotti, comunicano la loro soddisfazione per l’accordo, firmato questo pomeriggio, sul lavoro agile.

«C’è stato un confronto corretto e a tratti anche serrato, grazie al quale abbiamo ottenuto importanti garanzie per i lavoratori. Su tutto, rivendichiamo il merito di aver fatto mettere per iscritto, nell’accordo, la differenza tra lavoro agile e telelavoro. Il concetto, che potrebbe sfuggire a una lettura superficiale, è in realtà fondamentale: in pratica si tratta di riconoscere la qualità del lavoro in base agli obiettivi raggiunti – come vuole il lavoro agile – superando invece la logica del controllo meramente orario o quella sorta di “reperibilità costante”, seppur da remoto, che pareva emergere nella prima stesura del testo.

In pratica, grazie al nostro impegno congiunto e grazie alla capacità di mediazione raggiunta durante la riunione, siamo riusciti a impostare un accordo che sia davvero di “smart working”. Attendiamo ora, entro il prossimo semestre, i primi esiti di questa firma. Restiamo pronti a fare nuove valutazioni al termine di tale periodo».

La novità avrà ricadute positive anche in termini di traffico veicolare, riducendo gli spostamenti in auto e favorendo la presenza delle persone nei luoghi di residenza, comprese le vallate.

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