Logistica / Il caso

Interbrennero, stallo totale sulle poltrone: la guerra fra Kompatscher e Fugatti paralizza le nomine (e mancano le donne)

Da due mesi non si riesce a nominare un nuovo cda, ma c’è anche un motivo economico: l’interporto «trentino» viaggia alla grande con l’accordo con MedLog e… se ne sono accorti anche sopra Salorno

di Domenico Sartori

TRENTO. Lo stallo nella governance di Interbrennero spa arriva in un fase storica eccezionale. Perché eccezionali sono gli eventi internazionali che impattano sull'economia, di cui trasporti e logistica sono il primo termometro. E perché straordinaria è l'evoluzione in corso della spa presieduta da Roberto Bosetti, che ha rimesso a posto i conti e ha davanti prospettive di crescita fin qui mai viste.

Succede che, a oltre sessanta giorni dall'assemblea del 13 aprile in cui è stato approvato il bilancio di esercizio 2021, il governo della società pubblica-privata che ha in gestione l'interporto di Trento nord è ancora affidato al consiglio di amministrazione giunto a fine mandato, prorogato per l'ordinaria amministrazione.

Era dato per acquisito che, in due mesi, si sarebbe trovata una soluzione. Niente di tutto questo. E qui non c'entra nulla la prudenza, come nel caso di Autostrada del Brennero spa, che ha suggerito di rinviare, nell'assemblea di ieri l'altro, la nomina del nuovo cda in attesa che il governo non impugni la legge regionale che ha confermato, in deroga, il numero di 14 membri.

Il nodo, per Interbrennero, è tutto politico, e riguarda la collaborazione tra la Provincia di Trento e quella di Bolzano. Il cda attuale, oggi in proroga, è formato da tre membri: il presidente Roberto Bosetti, indicato dalla Provincia di Trento (socio di maggioranza con il 63% del capitale), l'ingegner Ruggero Andreatta, indicato dalle minoranze del consiglio provinciale di Trento, e Angelika Hoffer in rappresentanza di Bolzano.

Il problema nasce dal fatto che il presidente altoatesino, Arno Kompatscher, al posto di Angelika Hoffer che ha fatto due mandati, ora propone Thomas Baumgartner, presidente del colosso internazionale dell'autotrasporto Fercam e di Anita, l'associazione anzionale di settore di Confindustria.

Gli aspetti problematici sono in realtà due. Primo, con tre nomi maschili (la giunta Fugatti vuole la riconferma di Bosetti e le minoranze propongono l'avvocato perginese Stefano Tomaselli), salta la rappresentanza di genere; secondo, e questo è il nodo vero, Baumgartner è una figura ritenuta troppo ingombrante. Insomma, a sud di Salorno non piace.

Inoltre, viene evidenziato che fino ad ora il socio Provincia di Bolzano (10,56%) dell'interporto di Trento è importato nulla. Tant'è che Kompatscher, poi fermato dagli imprenditori altoatesini e dalla Camera di commercio, nel 2019 arrivò a proporre la realizzazione di un nuovo interporto a Bronzolo.

Fugatti, con il sano pragmatismo che rivendica, ha una linea chiara: non si può rompere con Kompatscher sulle nomine di Interbrennero. E quindi, alla fine, vada per Baumgartner. Non così per una parte della sua giunta, che ha trattato la questione un paio di volte. Col risultato che dopo due mesi una soluzione ancora non c'è.

Per qualche settimana ancora, salvo soprese, Interbrennero non avrà il nuovo cda.

Due gli scenari possibili: conservare la governance attuale con tre membri. Ma questo vorrebbe dire che Kompatscher dovrebbe fare un passo indietro, e così non è. Oppure portare il numero a cinque, sulla base di un patto parasociale che coinvolga anche il socio Regione (10,56%) e Autobrennero spa (3,30%). In questo modo, il peso della Provincia di Bolzano e di Baumgartner sarebbe "diluito" in cda. Dove, per garantire l'equilibrio di genere, Regione e Autobrennero dovrebbero però indicare due nomi femminili.

Il patto parasociale avrebbe, inoltre, la funzione di normare i rapporti tra le due Province, dato che oggi il membro garantito a Bolzano è una mera concessione da parte di Trento.

La domanda che gli addetti del settore si fanno è la seguente: perché, oggi, tutto questo interesse di Bolzano per Interbrennero? La risposta sta nei risultati di bilancio e soprattutto negli scenari futuri. Viene a frutto il lavoro fatto dal cda uscente e dal direttore generale Flavio Maria Tarolli, che nel 2022 ha portato ad una svolta. Questo, infatti, è l'anno della scoperta dell'export. E per il Trentino che produce è una piccola, grande rivoluzione.

La novità è figlia della collaborazione che Interbrennero ha attivato con MedLog, il colosso della logistica del Gruppo Msc. Gli effetti, in termini di operatività, ci sono già: una lunga lista di prodotti made in Trentino, che fino ad ora viaggiavano su gomma per raggiugere porti come quelli di Genova e La Spezia, e da qui, caricati su nave, arrivare a destinazione oltre oceano, soprattutto negli Stati Uniti, oggi vengono invece trasportati su treno.

Le bottiglie di vino delle grandi cantine, gli assali prodotti da Dana, il porfido cembrano, i chiodi della Ghezzi Chiodi di Tuenno, la pasta del Pastificio Felicetti di Predazzo... Tutti prodotti che vengono caricati sui contaner di MedLog all'interporto, da qui raggiungono i porti e sono direttamente caricati su nave. MedLog ha messo in campo centinaia di container. E la prospettiva, in futuro, è di utilizzare container refrigerati anche per il trasporto delle mele dei colossi produttivi trentini e altoatesini.

Nei fatti, l'interporto di Trento è sempre più un hub di interesse regionale. E anche sopra Salorno se ne sono accorti.

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