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«Perché Dolomiti Energia non investe su solare ed eolico?», la richiesta dei soci in assemblea. I sindaci chgiedono una strategia per il futuro

Ricavato a 2,2 miliardi (+56%), ma il conto economico è salato e soprattutto non si vede un piano operativo: «abbiamo sospeso il processo in attesa di comprendere meglio i nuovi scenari». Scenari di guerra e competitors, si naviga a vista

di Daniele Battistel

TRENTO. Tutto come previsto all'assemblea di Dolomiti Energia Holding. Almeno sul piano formale. Ieri mattina i soci hanno infatti approvato il bilancio 2021 del Gruppo. Non sono però mancate riserve da parte di alcuni soci sui conti e sulle strategie future da mettere in campo per essere al passo con i cambiamenti epocali che stanno investendo il settore.

Da un lato forzati dalla situazione geopolitica internazionale, dall'altro a seguito delle sbandierate spinte verso la transizione ecologica.

I conti. I ricavi sfiorano i 2,2 miliardi con un incremento di quasi il 56 per cento sul 2020. Nonostante il forte aumento del fatturato scende però di quasi il 13 per cento il margine operativo consolidato (Ebitda) e di oltre il 17 per cento il risultato operativo. In calo (-7,8 per cento) anche l'utile, che passa da 97,6 a 90 milioni di euro.

Esplode invece l'indebitamento finanziario netto che passa da 371 a 696,2 milioni di euro, appesantito da operazioni di vendita anticipata dell'energia che hanno impedito di approfittare dell'impennata dei prezzi registrata nell'ultimo periodo dell'anno.

Numeri che in via Fersina vengono giustificati «da una imprevedibile fase di fortissima ascesa dei prezzi sui mercati delle commodities energetiche, con dimensioni e velocità di variazione mai registrate in passato». Dolomiti Energia, oltre ad aver venduto anticipatamente a prezzo più basso di quella che è poi stata la media, è stata penalizzata dalla scarsa produzione registrata nell'ultimo trimestre per l'assenza di precipitazioni.

I vertici, peraltro, tengono giustamente a sottolineare inoltre che « il Gruppo ha voluto tutelare i propri clienti onorando - nonostante il drammatico incremento dei prezzi sui mercati europei - le condizioni contrattuali di fornitura in essere. Grazie a questa scelta di responsabilità, i clienti sul mercato libero hanno potuto risparmiare circa il 25 per cento, sul prezzo unitario della materia prima».

Questa operazione - si sostiene in via Fersina - ha permesso di attenuare l'impatto sui clienti che altrimenti avrebbero dovuto pagare in più circa 130 milioni di euro/anno.

Dividendi. Ai soci andranno 10 centesimi per azione, come nel 2020.Il futuro.Se sui conti del 2021 la richiesta di precisazioni da parte dei soci è stata contenuta, qualche mano si è alzata per aver delucidazioni sul piano industriale del Gruppo.

Sia il sindaco di Trento Franco Ianeselli che quello di Rovereto Francesco Valduga sono intervenuti sul tema per capire le strategie che il management intende mettere in campo per rispondere anche alla sfida del Pnrr. Se infatti diversi competitor hanno già reso noto il loro piano industriale, in via Fersina per ora si preferisce navigare a vista.

«Il mio auspicio - spiega il primo cittadino del capoluogo - è che nella strategia di crescita della società si allarghi il perimetro degli investimenti ad altre fonti di produzioni attraverso acquisizioni ed alleanze».

Ancora più preciso l'intervento di Carlo Schönsberg, presidente di Fondazione Caritro, che è socia di Dolomiti Energia Holding al 5 per cento. «Mi sembra corretto sapere quali sono i programmi futuri della società e quali obiettivi del vecchio piano sono stati raggiunti» la prima osservazione del commercialista roveretano che è anche advisor di fondi di investimento e società private specializzate in infrastrutture con particolare focus alle energie rinnovabili.

Dolomiti Energia è ovviamente molto sbilanciata sull'idrolettrico, ma ci si chiede se ora, visto che anche i fondi del Pnrr puntano verso il solare e l'eolica, non sia il caso di modificare almeno in parte la rotta. Anche perché altre multiutilities a livello nazionale comparabili con il Gruppo trentino stanno spingendo forte sulle fonti alternative.

«Abbiamo aggiornato il piano a settembre 2021 - la replica in serata del presidente Massimo De Alessandri -, ma ora ci troviamo in un contesto internazionale completamente stravolto e una guerra che condizionerà il futuro. Dunque quel piano che pur ritenevamo valido, dovrà essere aggiornato. Per ora abbiamo sospeso il processo in attesa di comprendere meglio i nuovi scenari».

Schönsberg ha poi chiesto chiarezza sulle azioni proprie (attualmente pari al 6,40 per cento del capitale) in mano a Deh: o si utilizzano per fare operazioni strategiche o altrimenti devono essere redistribuite ai soci. Se in passato una quota è servita per acquisire Novareti, il Consorzio elettrico di Storo e quello di Fassa - è la tesi del presidente di Fondazione Caritro -, ora sarebbe giusto guardare ad acquisizioni al di fuori dell'ambito provinciale».

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