Politica / Il caso

Consiglio provinciale: la maggioranza chiede una seduta straordinaria sul disegno di legge Cattoi sulle tre preferenze nelle elezioni

Dopo tre giorni di ostruzionismo, il centrodestra forza la mano; minoranze durissime: «è un escamotage per scardinare la parità di genere uomo-donna»

TRENTO. Nel corso di questa legislatura non era mai accaduto che una seduta straordinaria del Consiglio provinciale di Trento fosse richiesta solo da esponenti della maggioranza, ma è quello che è accaduto con la richiesta firmata da Giorgio Leonardi di Forza Italia e sottoscritta da altri sei esponenti della maggioranza (Dalzocchio, Masè, Cia, Guglielmi, Savoi e Moranduzzo), da dedicare all'esame del disegno di legge con cui Vanessa Masè (La Civica) propone di portare da due a tre i voti di preferenza possibili nel sistema elettorale trentino, per impedire l'approvazione del quale le opposizioni hanno eretto un "muro" apparentemente invalicabile di ordini del giorno e di emendamenti.

Il presidente Walter Kaswalder - informa una nota - ha convocato giovedì 19 maggio alle 9.30 nella sala aurora di palazzo Trentini la conferenza dei capigruppo per valutare la richiesta di una seduta straordinaria.

Si tratta della risposta a tre giorni di serrato ostruzionismo. La sessione di maggio del Consiglio provinciale si è conclusa iericon un nulla di fatto sul disegno di legge di modifica della legge elettorale della consigliera della Civica Vanessa Masè.
Ricordiamo che il testo prevede di estendere da due a tre il numero delle preferenze e nelle intenzioni della proponente mira ad ampliare la libertà di scelta dell’elettore. Per le opposizioni si tratterebbe invece di un passo indietro che rischierebbe di inficiare la rappresentanza di genere, vanificando i progressi raggiunti con la pur recente legge in vigore. E così, in particolare dal Pd, da Paolo Zanella (Futura) e da Lucia Coppola (Verdi) hanno deciso di fare ostruzionismo presentando un muro invalicabile di 635 ordini del giorno e 1.493 emendamenti.

Durissimo il commento di Roberto Paccher (Lega): “Tre giorni in aula bloccati dalle opposizioni. A parlare di gender e di tutine per neonati che non debbono più essere azzurre o rosa per non discriminare i bambini. Ma la legge in discussione vorrebbe invece introdurre delle novità nella legge elettorale, sulle preferenze. Mi pare che la misura sia colma” osserva Roberto Paccher.
“Io capisco che si voglia fare opposizione ma non mostrandosi ossessionati da alcuni temi. La legge con cui siamo stati eletti non è stata fatta da noi, ma sul finire della scorsa legislatura da chi governava allora: e con questa legge il Pd, tra i proponenti, si è visto ridurre la rappresentanza femminile ad una sola consigliera, meno con la legge che c’era prima”.
E aggiunge: “Ma il tema qui è un altro: credo che parlare di donne con un posto più o meno garantito occorrerebbe piuttosto parlare di meriti, di donne e di uomini meritevoli, preparati. Ora c’è una legge che prevede liste elettorali con metà uomini e metà donne, poi sta agli uni e alle altre, dimostrare agli elettori di essere in grado di rappresentarli. Qui nell’aula dell’Autonomia il centrosinistra preferisce invece fare scorrere il tempo, i giorni, per fare opposizioni con discorsi inutili”.

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