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Valduga e Oss Emer scuotono Campobase: convocato un incontro per chiarire la linea politica

Sta creando qualche frizione interna anche il riferimento polemico e inequivocabile fatto dal sindaco di Pergine all'ex presidente della Provincia, Lorenzo Dellai: pur senza citarlo ha parlato di «dinosauri della politica che lottano contro l'estinzione inevitabile». Marcello Carli: «Il rapporto con il Patt deve rappresentare il punto di partenza»

TRENTO. Campobase, la neocostituita associazione politica di area civica, popolare e territoriale, nata per provare a costruire, in vista delle elezioni provinciali del 2023, una grande coalizione alternativa al centrodestra a trazione Lega, si ritroverà per un chiarimento interno, dopo le prese di posizione sull'Adige dei sindaci di Rovereto e Pergine, Francesco Valduga e Roberto Oss Emer, e le tensioni che si sono venute a creare con Simone Marchiori, segretario del Patt, considerato da molti di quest'area di centro come un alleato prezioso e imprescindibile per una nuova coalizione, ma anche all'interno dell'associazione politica.

Sta creando qualche frizione interna, infatti, anche il riferimento polemico e inequivocabile di Oss Emer all'ex presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, pur senza citarlo, parlando di «dinosauri della politica che lottano contro l'estinzione inevitabile» e di chi «teme di veder rotto quello che crede essere il suo nuovo, ennesimo giocattolino, utile solo a sentirsi ancora vivo».

Insomma, si sta manifestando una certa insofferenza, almeno tra i sindaci civici, nei confronti dell'idea di Campobase come ennesima creatura politica di Lorenzo Dellai, sebbene sia evidente che tra i promotori di questa nuova forza politica ci sia anche l'Upt, che è il partito fondato dall'ex governatore.

Nell'imminenza di questo incontro chiarificatore, interviene il consigliere comunale di Rinascimento Trento ed ex consigliere provinciale dell'Udc, Marcello Carli, anch'egli tra i promotori della nuova associazione, che non si riconosce nel percorso delineato dal sindaco Valduga, quando dice che la nuova coalizione dovrà vedere «tutti partecipi fin dall'inizio» - quindi dal Patt al Pd - e non a tappe successive o «a cerchi concentrici», come vorrebbero invece le Stelle alpine e come ha rimarcato nella sua replica il segretario Marchiori.

«Il rapporto con il Patt - sostiene Carli - è sicuramente per noi privilegiato, da cui deve nascere un progetto condiviso, che poi si allarghi alle forze che vogliono partecipare alla costruzione di una coalizione alternativa a quella della destra».

Carli dunque non si riconosce nelle parole di Valduga, quando propone, considerato l'obiettivo ultimo di dare vita in Trentino a un grande partito territoriale, che contenga in sè anche sensibilità politiche diverse, di partire subito tutti insieme nel costruire la coalizione con cui presentarsi alle elezioni provinciali del 2023, sul modello di quanto fatto a Rovereto alle elezioni comunali del 2020.Insomma, Carli pensa che sia meglio costruire una coalizione in due tempi, come dice Marchiori, più che partendo fin dall'inizio tutti insieme, come sostiene Valduga.

Ma perché? «Perché il rapporto con il Patt - prosegue il consigliere comunale - deve rappresentare il punto di partenza. Credo che Valduga auspicasse qualcosa di più largo, ma quello potrebbe essere l'approdo finale, mentre dobbiamo partire dal Patt, come primo interlocutore di un progetto che poi, coinvolgendo anche altri, possa essere vincente come alternativa alla destra».

E riguardo alle frizioni in Campobase, anche in relazione al ruolo dietro le quinte ma incombente di Dellai, Carli dice: «In una associazione nuova non occorre pensarla tutti allo stesso modo, ma l'importante è remare tutti nella stessa direzione e non dobbiamo fermarci a discutere di punti critici marginali o personali ma guardare alla sostanza nel costruire un percorso di grande apertura e coinvolgimento di persone nuove».

Il Patt ha proposto un primo incontro ufficiale entro il 31 maggio per costruire questo «nucleo» della nuova coalizione e Carli non ha dubbi che Campobase sarà seduto a quel tavolo.

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