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Divorzio lampo a Trento grazie alla legge boliviana. Schuster: possibile quando la cittadinanza è diversa

Funziona anche nel caso in cui entrambi i coniugi risiedano all’estero. L’avvocato: “In questo modo non solo si risparmiano tempo e soldi, ma si riescono anche a concludere accordi finali”

di Barbara Goio

TRENTO. Quando un matrimonio va in crisi, l'ultima cosa che si vuole è protrarre discussioni e ripicche per mesi o addirittura anni. Purtroppo, anche se la giurisdizione è molto cambiata negli ultimi decenni, per arrivare ad una sentenza di divorzio, in Italia è necessario passare attraverso la fase della separazione e dei tentativi di riconciliazione, prima di arrivare ad un atto conclusivo.

A meno che, e questo è ciò che è accaduto al Tribunale di Trento qualche mese fa, non ci appelli al diritto di un altro Paese.

«In questa maniera - spiega l'avvocato Alexander Schuster - i miei clienti hanno trovato un accordo che ha portato ad un divorzio diretto, risolvendo il tutto in cinque mesi. A dir la verità si sarebbe potuto fare anche in meno tempo, perché due mesi sono andati via per una precisazione sollecitata dal Comune di Trento, sempre molto attento alle procedure. Alla fine si è comunque arrivati alla conclusione ed entrambi i miei clienti sono soddisfatti».

La storia d'amore era nata ancora parecchio tempo fa: lui trentino e lei boliviana, si erano sposati a Trento cinque anni fa. Come spesso accade, tuttavia, alla luna di miele era succeduta la luna di fiele e i due, senza figli in comune e sulla soglia dei cinquant'anni, si erano rivolti al legale per il consueto iter.

«Di solito - spiega l'avvocato Schuster - si avvia la pratica di separazione, la si conclude, e dopo sei mesi si apre quella per il divorzio. L'idea alla base di questo procedimento complesso, che porta via tempo e denaro, è una visione paternalistica dello Stato che cerca in ogni modo di salvare il matrimonio. Ma queste due fasi separate, non solo sono più costose e richiedono parecchi mesi, ma non permettono un accordo conclusivo, nel senso che ogni procedimento è collegato ad un accordo separato, e si spera che l'altro coniuge, nel frattempo, non cambi idea».

Grazie però ad una legge europea del 2010 che permette di prendere in considerazione la cittadinanza o la residenza, di uno o entrambi i coniugi, il legale trentino ha chiesto di fare riferimento, in questo particolare procedimento, alla giurisprudenza boliviana.

«In questo modo ho potuto - spiega - portare in tribunale a Trento il divorzio diretto, senza passare per la separazione. I clienti hanno concordato un equo risarcimento e la cosa si è chiusa lì: adesso sono entrambi soddisfatti».

A rallentare il procedimento, il fatto che a pochi giorni dall'udienza, la moglie aveva acquisito anche la cittadinanza italiana e secondo una vecchissima norma, tra due cittadinanze quella italiana "vince": da qui la segnalazione del Comune di Trento per fare le opportune verifiche.

«Il giudice Giuseppe Barbato - riprende Schuster - ha correttamente interpretato il regolamento, e ha riconosciuto la validità del procedimento».

Quindi se uno o entrambi coniugi, o risiede o ha la cittadinanza in uno Stato in cui il divorzio è meno burocratico che in Italia, il divorzio lampo si può fare. Diverso è il caso se ci sono di mezzo minori. «Le regole del divorzio e quelle del mantenimento sono diverse», precisa l'avvocato.

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