Roma / Il voto

Quirinale, Fugatti, Noggler e Ferrari saranno i grandi elettori del Trentino Alto Adige

Il consiglio regionale ha scelto il presidente leghista della Provincia di Trento, l'esponente della Svp e la ex assessora del Pd

BOLZANO. Maurizio Fugatti (Lega), Josef Noggler (Svp) e Sara Ferrari (Pd) sono i tre delegati della Regione Trentino Alto Adige che parteciperanno all'elezione del presidente della Repubblica.

Li ha eletti oggi, 17 gennaio, il consiglio regionale.

Fugatti (nella foto in aula alla Camera, quando era deputato), presidente della Provincia di Trento e della giunta regionale, ha ottenuto 33 voti su 61 espressi.

Noggler, presidente del consiglio regionale del Trentino Alto Adige e vicepresidente del consiglio provinciale di Bolzano, ha ottenuto 29 voi.

La corsa al Quirinale: il Trentino Alto Adige ha scelto i suoi grandi elettori

Maurizio Fugatti (Lega), Josef Noggler (Svp) e Sara Ferrari (Pd) sono i tre delegati della Regione Trentino Alto Adige che parteciperanno all'elezione del presidente della Repubblica.

Sara Ferrari, consigliera provinciale di Trento e consigliera regionale, ha ottenuto 22 voti.

La procedura per eleggere il presidente della Repubblica è stabilita dalla Costituzione e da una serie di prassi che si sono stabilizzate nel tempo.

Trenta giorni prima che scada il termine del mandato del Capo dello Stato, recita l'articolo 85 della Costituzione, "il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica".

Si terrà il 24 gennaio, un lunedì, alle 15 il primo voto del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale.

La convocazione ufficiale è stata effettuata il 4 gennaio dal presidente della Camera Roberto Fico, che ha anche scritto ai 20 Consigli Regionali perché eleggano i 58 delegati regionali che, insieme a senatori e deputati, formeranno il colleggio di 1009 grandi elettori.

Una cifra che pone problemi di assembramento e solleva preoccupazione a Montecitorio, dove ci si attrezza a fronteggiare le difficoltà.

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