Giustizia / Il caso

Appalti dell’Azienda Sanitaria e del Centro Santa Chiara: indagine della Finanza sul Cla, 5 rinvii a giudizio e un patteggiamento

L’ex direttore dell’ente culturale, Nardelli, esce dal giudizio con una condanna a due mesi, «sono innocente, si vedrà in appello». Ma le intercettazioni telefoniche mettono nei guai tre dirigenti tecnici della sanità trentina

TRENTO. Si chiude con 5 rinvii a giudizio e con la condanna dell'unico imputato che ha scelto la strada del processo con rito abbreviato - l'ex direttore del Centro Servizi Santa Chiara Francesco Nardelli - l'udienza preliminare nel procedimento su presunte irregolarità nell'affidamento di due appalti al Consorzio Lavoro Ambiente (Cla). 

Accuse che Nardelli - condannato a 2 mesi e 20 giorni e 60 euro di multa, cioè il minimo della pena - respinge con decisione: «Non c'è stato alcun favoritismo. L'intera procedura è stata regolare e lo dimostreremo nei prossimi gradi di giudizio», sottolinea l'ex direttore del S. Chiara.

Il capo di imputazione contestato dalla procura si riferisce a due diversi "filoni" finiti sotto la lente degli inquirenti. Non è chiaro quale procedimento sia partito per primo, ma certo indagando in una direzione i finanzieri hanno imboccato anche una seconda "pista". Entrambe hanno come protagonista il Cla. Oltre a quello sul Centro Santa Chiara (per l’affidamento del servizio di “maschere” nei teatri) ce n’è un altro che riguarda personale dell’Azienda Sanitaria trentina: rinviati a giudizio l’allora direttore Tecnostruttura area tecnica dell'Azienda sanitaria, l’allora  dirigente pro tempore del Servizio programmazione e logistica dell'Apss, l’ex dirigente del Servizio acquisti e gestione contratti dell'Azienda sanitaria. Per tutti e tre l'accusa - in questa fase ancora tutta da dimostrare - è di «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente». 

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