Pandemia / I numeri

In Italia altre 65 vittime del covid, ricoveri in aumento. Ospedali, anche in Trentino sale il tasso di occupazione

Nelle ultime 24 ore registrati 7.975 nuovi contagi su appena 276 mila test e il tasso di positività sale al 2,9%. Quasi seimila i pazienti ricoverati. Variante Omicron: l'Iss spiega che al momento non vi sono evidenza né su un più forte impatto clinico né su una maggiore trasmissibilità

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ROMA. Incidenza dei positivi nei test e ricoveri ospedalieri in aumento, secondo il bollettino odierno sulla pandemia in Italia.

Sono infatti 7.975 i positivi ai test covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della salute, ieri erano stati 12.932.

Le vittime sono 65 in un giorno, in aumento rispetto a ieri, quando erano state 47.

Sono invece 669 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 31 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite.

Gli ingressi giornalieri sono 58. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 5.135, ovvero 171 in più rispetto a ieri.

I tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 276 mila, ieri erano stati 512.592.

Il tasso di positività è al 2,9%, in aumento rispetto al 2,5% di ieri.

Sono 189.643 gli attualmente positivi, 3.200 in più nelle ultime 24 ore.

Dall'inizio della pandemia i casi totali sono 5.015.790, i morti 133.739. I dimessi e i guariti sono invece 4.692.408, con un incremento di 4.707 rispetto a ieri.

"Non ci sono ancora evidenze che l'infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti", scrive l'Istituto superiore di Sanità in un primo piano pubblicato sul suo sito.

"Al momento - si legge- non è ancora chiaro se la variante Omicron sia più trasmissibile rispetto alle altre, inclusa la Delta".

Sale al 9%, la percentuale di posti occupati nei reparti ospedalieri da parte di pazienti Covid e 7 sono le regioni che vedono un aumento, di cui 3 superano il livello di allerta del 15%: Friuli Venezia Giulia, che arriva al 22%, Valle d'Aosta e Pa di Bolzano al 18%, Campania al 9%, Abruzzo, Pa di Trento e Veneto all'8%.

È quanto emerge dal monitoraggio quotidiano di Agenas, che confronta i dati del 28 novembre con quelli del giorno precedente.

Per le terapie intensive, il valore in Italia resta al 7% ma sale in 5 regioni: al 10% nel Lazio, all'8% nella Provincia autonoma di Trento, al 7% in Molise e Sardegna, balza all'11% in Umbria. 

Questa, attualmente, la situazione in base alle rilevazioni dell'Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali: in Abruzzo occupazione terapie intensive al 5% e occupazione posti in "area non critica" all'8% (variazione giornaliera di +1%); in Basilicata 1% (-2%) e 4%; in Calabria 9% e 12%; in Campania 5% e 9% (+1%); in Emilia Romagna 7% e 8%; in Friuli Venezia Giulia 15 e 22% (+2%); nel Lazio 10% (+1%) e 11%; in Liguria 9% e 8%; in Lombardia 6% e 12%; nelle Marche 10% e 8%; in Molise 3% e 7% (+1); nella Provincia autonoma di Bolzano 10% e 18% (+1%); nella Provincia autonoma Trento 8% (+1%) e 8% (+1%); in Piemonte 5% e 6%; in Puglia 5% e 5%; in Sardegna 7% (+1%) e 4%; in Sicilia 5% e 9%; in Toscana 8% e 5%; in Umbria 11% (+3%) e 8%; in Valle d'Aosta 3% e 18% (+3%) e in Veneto 8% e 8% (+1%).

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