Sindacati / Fiom

Michele Guarda è il nuovo segretario generale della Fiom:  “Il nostro impegno è batterci per chi sta peggio e unire i lavoratori e le lavoratrici”

Eletto oggi dall’assemblea delle delegate e dei delegati. Al centro della suo intervento il valore della solidarietà

TRENTO. È Michele Guarda il nuovo segretario generale della Fiom del Trentino. È stato eletto oggi dall’assemblea delle delegate e dei delegati con ampissimo consenso: 44 voti a favore, 1 contrario e una scheda bianca.

Guarda prende il posto di Manuela Terragnolo che ha guidato le tute blu Cgil per otto anni, il massimo del periodo previsto per statuto. Tra loro un passaggio di testimone nel segno della continuità. All’assemblea generale hanno partecipato anche il segretario organizzativo della Fiom nazionale Luca Trevisan, il segretario generale della Cgil trentina Andrea Grosselli e la segretaria organizzativa Manuela Faggioni.
 

Michele Guarda ha alle spalle una lunga esperienza in categoria. È entrato in Fiom del Trentino, con l’incarico di condurre una ricerca sulle condizioni dei metalmeccanici nel 2007. A metà del 2008 fa ingresso in segreteria e comincia a seguire le prime realtà aziendali. In quegli anni si occupa di diversi casi complessi ed in particolare della vicenda Europa Steel (facendo venire alla luce un grave fatto di intossicazione e inquinamento) e di Dexit, dove la Fiom si batte in prima linea per la stabilizzazione di un consistente gruppo di lavoratori precari. Segue anche la materia degli appalti, in particolare partendo dalla vicenda dell’appalto del CUP. Contribuisce assieme alla Cgil a definire le prime normative di tutela dei lavoratori in materia di appalto in Trentino.
 

Negli anni successivi segue soprattutto le imprese metalmeccaniche della Vallagarina, delle Giudicarie e Val di Ledro. Nella sua relazione Guarda ha fatto un forte richiamo ai valori della Fiom, soffermandosi in particolare su quello della solidarietà. “Il nostro è un sindacato fondato su valori profondi, a cominciare da quello della solidarietà. È questo che ci dà forza, che ci dà autorevolezza. Al primo posto della nostra agenda, dei nostri impegni, ci sono sempre quelli che stanno peggio. Non è una scelta, è la nostra identità. Battersi anzitutto per chi sta peggio significa unire i lavoratori. E la nostra forza sta proprio nell’unità”.
 

Un tema, quello dell’unità dei lavoratori e delle lavoratrici, che Guarda ha declinato toccando varie tematiche di attualità, dalla questione dell’obbligo vaccinale e del green pass, alle risorse del Pnrr su cui ha chiesto il coinvolgimento del sindacato, alla giungla di contratti che dividono il mondo del lavoro in un gioco di tutele e diritti sempre al ribasso. “La stabilizzazione dei precari, cioè assicurare diritti a chi non ne ha affatto, deve sempre essere al primo punto delle nostre richieste. Anche perché ne va della nostra stessa esistenza. Coi precari il sindacato scompare, per tutti, precari e stabili”.
 

E ancora il tema dell’unità dei lavoratori a prescindere dalla loro provenienza geografica, dalle differenze di genere. Sul tema ha rivendicato l’impegno della Fiom, anche nell’ultimo contratto nazionale, per le vittime di molestie e violenze di genere. “Combattere il fenomeno della violenza e delle molestie di genere significa lavorare per un cambiamento culturale, che riguarda anzitutto noi maschi. Ma è anche attraverso un tale cambiamento che possiamo perseguire l’obiettivo della concreta parità tra uomini e donne”.
 

I lavoratori e le lavoratrici si uniscono anche con il contratto nazionale. Guarda ha rivendicato la centralità del contratto nazionale, che tutela tutti, a partire dai più deboli e consente di creare condizioni per una crescita economica e culturale del mondo del lavoro.  Infine la questione delle innovazioni tecnologiche che, per la Fiom, devono tornare a essere usate per migliorare il benessere delle persone, anzitutto riducendo l'orario di lavoro, non per incrementare profitti e consumi. Anche perché – ha ribadito Guarda nel giorno del nuovo sciopero globale per il clima - il pianeta non può più reggere questi livelli di consumi. 

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