Welfare / Lavoro

Reddito di cittadinanza, in Trentino lo prendono 12.544 persone

Più che a Bolzano: siamo nella fascia alta, con valori ampiamente peggiori del Veneto, per esempio, ma anche di parte della Lombardia

di Chiara Zomer

TRENTO. La ripresa c'è ed è robusta. L'economia è ripartita. Ma non basta per superare le difficoltà delle famiglie, che fanno ancora fatica. Negli ultimi sei mesi l'ente pubblico, a diverso titolo, ha versato alle famiglie della regione 9119 assegni. Per chi arranca ci sono il reddito di cittadinanza o la pensione di cittadinanza. In Trentino Alto Adige, nei primi 6 mesi dell'anno ne hanno beneficiato, almeno per una mensilità, 5.393 famiglie, per un totale di 12.544 persone.

E se si aggiungono a questi aiuti, quelli del reddito d'emergenza, pensato per chi ha difficoltà dovute al Covid, i dati schizzano: quest'ultimo assegno è stato percepito in questi sei mesi da 3.726 nuclei familiari, per un totale di 8.759 cittadini aiutati. Quanto all'assegno medio, è di 385,74 euro.

Il reddito di cittadinanza è in discussione per tanti motivi. Spesso ha diviso i partiti politici, e per diversi aspetti si stanno valutando modifiche alla sua gestione. Il mondo delle imprese, ma anche i sindacati e tanta parte della politica, chiedono venga corretto con meccanismi di condizionalità, per cui chi percepisce il reddito di cittadinanza sia tenuto a determinati obblighi, a partire dalla formazione.

Sub iudice il funzionamento del beneficio è anche per un motivo: secondo l'Istat non riesce ad intercettare davvero la povertà italiana. Ma fino a quando non verrà modificato, rimane l'unico strumento di sostegno per chi è in difficoltà.

E in qualche modo lo studio degli ultimi dati, dice qualcosa sulla fragilità di un territorio. Rispetto alla nostra regione, dice che preso tutto insieme, il territorio soffre poco. Ma se si scorporano i dati di Trentino e Alto Adige, la storia cambia e di parecchio. L'Alto Adige è la terra più ricca d'Italia, dove meno c'è necessità di misure di sostegno alla povertà. Il Trentino, pur rimanendo nella fascia alta, ha valori ampiamente peggiori del Veneto, per esempio, ma anche di parte della Lombardia.

Gli assegni.

Restando ai numeri, nei primi sei mesi dell'anno sono stati liquidati per almeno un mese, 5.393 assegni, corrispondenti a 12.544 cittadini. Di questi, la maggior parte (4.740 assegni, 11.844 persone) riguardano il reddito di cittadinanza, mentre minimo è il peso delle pensioni di cittadinanza. Quel che cambia, tra i due benefici, è soprattutto l'entità: il primo assegno, in media, è di 414,57 euro, mentre la pensione (garantito a 700 persone) è di 196,96 euro. Fin qui i dati degli ultimi sei mesi.

Stringendo l'ottica al solo giugno, sono stati pagati in regione 3.805 assegni, a beneficio di 8.577 residenti. Con una distinzione però tra Trento e Bolzano: in Alto Adige, reddito e pensioni di cittadinanza sono pochissimi, 401 in tutto (360 redditi, 41 pensioni), per un totale di 878 persone che ne beneficeranno, perché inserite nei nuclei familiari. In Trentino, tutt'altri numeri: 3.404 nuclei familiari, per 7.699 persone coinvolte.

Tasso d'inclusione.

È un numero che quantifica il rapporto tra i percettori di reddito e la popolazione generale. Come detto, dipende da come si guarda: la regione è la migliore d'Italia, con un tasso d'inclusione di 12. Ma se si distingue tra le due province, a Bolzano è 3, a Trento è 22. Per dare un'idea, quasi tutte le province venete sono tra 11 e 16.

Reddito d'emergenza.

Questo è un altro capitolo. È il beneficio pensato per chi ha difficoltà legate al Covid. E qui Trento e Bolzano si assomigliano molto di più, d'altronde anche le difficoltà sono simili. In tutto sono stati liquidati in questi sei mesi 3.726 assegni, di cui 2.238 a Trento (a beneficio di 4.781 persone) e 1.488 a Bolzano (3.978 persone). Comparabile la cifra media: 571 euro a Bolzano, 524 euro a Trento.

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