Salute / L’inchiesta

Ictus non visto in una ragazza di 22 anni, in campo neurologi e medici legali

L'inchiesta, affidata ai carabinieri del Nas, si muove su una ipotesi di lesioni colpose gravissime e riguarda i fatti accaduti il 21 agosto dello scorso anno. La giovane stava poco bene e i genitori l'avevano accompagnata all'ospedale di Cles, dove era stata sottoposta ad una tac: ecco poi come è andata

TRENTO. Sono una decina, tra periti del giudice e consulenti di accusa e difesa, i neurologi e i medici legali incaricati di stabilire se ci sia un'ipotetica responsabilità medica nella drammatica vicenda di una ragazza di 22 anni che, a causa di un ictus non visto, ha riportato lesioni gravissime. Il giudice per le indagini preliminari ha affidato un articolato quesito chiedendo ai suoi periti di ricostruire l'accaduto e verificare se ci siano state omissioni o errori da parte del personale sanitario.

L'esito dell'incidente probatorio avrà poi valore di prova in un eventuale processo. Gli indagati, tra medici e infermieri, sono 13, il campo dunque si è allargato. Ma in questa fase l'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto che , va sottolineato, viene fatto a garanzia degli stessi sanitari che hanno avuto la facoltà di nominare (e molti lo hanno fatto) dei propri consulenti per partecipare alle operazioni peritali.

I due consulenti del giudice - la dottoressa Anna Antonietti e il dottor Mauro Magoni, entrambi degli Spedali civili di Brescia - sono chiamati a rispondere a quattro quesiti. Quale sia l'attuale stato di salute della ragazza. Quali sono le cause della malattia e quali le linee guida applicabili in questo caso. Per ogni profilo coinvolto. Si chiede di sapere quale sia stata la tempistica e l'eventuale correttezza delle valutazioni secondo i criteri di diligenza e prudenza. Da neurologa e medico legale si chiede di sapere se vi sia stato ritardo nella diagnosi di malattia o altra condotta colposa che abbia cagionato un aggravamento della malattia.

L'inchiesta, affidata ai carabinieri del Nas, si muove su una ipotesi di lesioni colpose gravissime e riguarda i fatti accaduti il 21 agosto dello scorso anno. La ragazza stava poco bene e i genitori l'avevano accompagnata all'ospedale di Cles, dove era stata sottoposta ad una tac. Dal referto radiologico non erano emersi problemi particolari. Eppure il quadro della 22enne, anche nella sala d'attesa dell'ospedale, era peggiorato. La ragazza aveva iniziato a mostrare problemi di tipo neurologico e i medici - questa almeno è il quadro ricostruito dagli inquirenti - avevano collegato quella circostanza ad un quadro di tipo psichiatrico.

Per questo motivo la 22enne era stata trasferita all'ospedale Santa Chiara di Trento e affidata alle cura della struttura dal punto di vista psichiatrico. Le terapie alle quali era stata sottoposta, però, non avevano dato l'esito sperato: la ragazza non migliorava.Per questo il 23 agosto era stata sottoposta ad una seconda tac. Anche in questo caso, però, non sarebbero emerse anomalie. La svolta arriva il 24 agosto, dopo una risonanza magnetica, che mette in luce il danno provocato dall'ictus, ovvero una trombosi aortica basilare. L'indagine dovrà ora stabilire se quanto accaduto sia riconducibile ed un errore medico o se si trattasse di un caso difficilmente riconoscibile per la sua complessità.

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