Tanti amici e una chitarra per l'addio a Bressanini

Una cerimonia laica, nella sede della Cgil, in via Muredei a Trento, la sua chitarra appoggiata alla bara. Così i compagni di una vita hanno ricordato e salutato oggi pomeriggio Ottorino Bressanini, scomparso nei giorni scorsi e che ha dedicato una vita intera al servizio dei lavoratori, degli ultimi, delle persone in difficoltà. «Era una delle sue frasi preferite: la legge serve per difendere i deboli». Così Bruno «Pek» Pecoraro, amico di sempre e segretario particolare dal 2003 al 2008, lo ricorda.

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«Ottorino era un uomo di partito. Pci, Ds, Pd passando anche per l’esperienza della candidatura al Senato con i Progressisti. Quella volta prese la metà dei voti di Boso, erano gli anni del Carroccio e di Berlusconi. Anche in quell’occasione, come fece spesso, lui ci mise la faccia».

Un uomo di sinistra, con cui spesso i compagni di partito si confrontavano. «Ho perduto un caro amico. Un amico non facile che ti costringeva a una verifica costante delle rispettive posizioni, sfuggiva le semplificazioni, la superficialità, la convenienza politica». Così lo ricorda il presidente della Comunità Attilio Pedenzini. «Un rigore che non gli ha permesso di ottenere il consenso che avrebbe meritato. Di lui ricorderò la grande disponibilità al dialogo, la sua chitarra e le canzoni così terribilmente figlie di un altro tempo, le risate liberatorie dopo accese discussioni dove spesso ci siamo trovati a sostenere tesi diverse: sulle Comunità, per lui luogo di sintesi politica, per me agenzie di servizi che non tarpassero le ali al protagonismo dei comuni, soprattutto per quanto riguarda le fusioni; da ultimo sul referendum costituzionale di dicembre. Posso dire che mi mancherà molto ma nello stesso tempo che l’impegno di tante persone, in Valsugana e in Trentino, nasce dal suo esempio e proseguirà nel suo ricordo».

La passione per la musica, la chitarra con l’amico Giorgio Dalceggio che fino all’ultimo gli è stato vicino, suonando per lui le canzoni della loro gioventù. Ancora Pecoraro. «La Valsugana e la sinistra perdono una grande persona, un uomo che credeva nella politica come un’occasione per mettersi al servizio della comunità. Da assessore ha saputo portare a casa la partita delle centraline elettriche, a trattare a Roma con Berlusconi non ci andava Dellai ma Bressanini a cui l’ex governatore dava molta fiducia.  All’ultimo referendum lui era per il No, io e tanti altri amici abbiamo sostenuto Renzi. Ricordo ancora le nostre ultime discussioni, ore e ore parlando di politica. Di un partito, diceva, si può anche decidere di non rinnovare la tessera ma si non deve abbandonare mai. Questo era Ottorino».

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