Droni per i vigili del fuoco Aiuto «dal cielo» ai soccorritori

Intervento di soccorso a lieto fine, domenica sera in Valsugana, per i vigili del fuoco, chiamati ad intervenire dopo che un cane era finito in una forra, nei boschi sopra l’abitato di Grigno. A garantire la rapidità e la sicurezza delle operazioni, in quest’occasione è stato il coinvolgimento - al fianco dei vigili del fuoco volontari di Grigno e dei permanenti del Saf - dei vigili del fuoco permanenti del nucleo Sapr: sistemi aeromobili a pilotaggio remoto. Uomini specializzati nell’utilizzo dei droni, che hanno permesso ai soccorritori di avere una panoramica precisa sul punto in cui si trovava l’animale, sulle sue condizioni e quelle del luogo in cui era rimasto bloccato in modo da far intervenire poi i colleghi in maniera puntuale e con rischi ridotti al minimo.

Per la cronaca, il cane - che era finito nella forra poco prima delle 19 - è stato restituito sano e salvo al proprietario, ma uno scenario del genere, con l’intervento dei Sapr a supporto dei soccorsi «tradizionali» - è destinato a diventare sempre più consueto. In tutta Italia, al momento, i piloti abilitati all’interno del corpo dei vigili del fuoco sono trentuno: di questi ben cinque sono in Trentino, con il corpo dei permanenti che è dunque all’avanguardia nel campo.

Il nucleo, composto dai cinque vigili del fuoco permanenti - piloti, è stato costituito da oltre un anno e mezzo e fino ad ora - durante il periodo di formazione dell’organico, che ha dovuto sostenere dodici esami tra teoria e pratica per ottenere il via libera dall’Enac all’attività di pilotaggio - ha effettuato interventi secondari. Da qualche settimana però le uscite sono legate anche ad emergenze vere e proprie.

«Il nucleo Sapr permette ai vigili del fuoco e ai soccorritori di avere rapidamente informazioni preziose sul contesto in cui si è chiamati ad operare e sullo stato di cose e persone coinvolte», ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco permanenti di Trento Ivo Erler. La dotazione è di tre mezzi, attrezzati con rilevatori e telecamere per poter intervenire - ad esempio - in aree potenzialmente contaminate con l’invio di report sulle condizioni dell’aria oltre che di immagini live in streaming agli operatori (ogni intervento viene effettuato in coppia: un pilota ed un collega che segue i movimenti del drone da un pc) e alla centrale operativa.

Alimentati a batteria e dotati di un’autonomia di mezz’ora abbondante in un raggio d’azione ampio fino a quattro chilometri, sono destinati a rivelarsi fondamentali per evitare che in fase di sopralluoghi in scenari a rischio, debbano essere operatori in carne ed ossa a mettere a repentaglio la loro incolumità. Il nucleo Sapr è attualmente a disposizione di tutto il sistema della Protezione civile trentina ed interviene a sostegno dei colleghi permanenti, dei corpi dei vigili del fuoco volontari sul territorio ma anche di altre realtà operative, in caso di necessità.

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