Torna la stagione delle zecche Trentini poco informati: i consigli

Proliferano in primavera-estate, con un picco di attività che va da maggio a ottobre: le zecche costituiscono un’insidia che può rivelarsi grave anche per la salute di adulti e bambini.

In Trentino Alto Adige, il 23% degli adulti riferisce di essere stato morso da una zecca una o più volte, circa un terzo (il 32%) considera molto gravi le conseguenze che possono derivare dal morso di questi parassiti a cui si aggiunge un 58% che le considera abbastanza gravi. 

Una delle malattie più gravi trasmesse dal morso di zecca di cui è bene essere a conoscenza è l’encefalite da zecca (Tick-Borne Encephalitis - TBE), che può manifestarsi nelle aree dove vivono le zecche infette, in grado cioè di trasmettere la malattia all’uomo. In Italia, le principali zone a rischio sono il Trentino Alto Adige, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Eppure, 8 intervistati su 10 dichiarano di essere poco o per nulla informati su questa patologia e l’80% ignora che esiste un vaccino per prevenirla anche se 7 intervistati su 10 lo ritengono utile.

È quanto emerge da un’indagine condotta a gennaio da SWG su un campione statisticamente significativo di 600 adulti residenti in Trentino Alto Adige sul tema della percezione e conoscenza del “fenomeno zecche”. La ricerca ha analizzato le misure di prevenzione attuate dalla popolazione locale e il livello di conoscenza del rischio a cui è esposta tra la primavera e l’autunno, rischio che aumenta anche a causa delle condizioni miti degli ultimi inverni in Trentino Alto Adige, che favoriscono un ambiente sempre più adatto alle zecche. 

La provincia di Trento ha un territorio ricco di boschi, di aree prative e di fauna selvatica - afferma Valter Carraro, Direttore dell’U.O. Igiene e Sanità Pubblica di Trento - che costituiscono un patrimonio ambientale unico e molto apprezzato da tutte le persone che amano la natura, le escursioni e l’attività all’aria aperta. Poiché le aree verdi costituiscono anche l’habitat naturale delle zecche è necessario che tutte le persone imparino a riconoscere questi parassiti e a difendersi senza allarmismi o fobie. Se si adottano misure comportamentali efficaci il rischio di essere punti da una zecca si riduce di molto. È bene per esempio indossare un abbigliamento adatto con maniche e calzoni lunghi, usare correttamente sostanze repellenti per insetti, camminare sui sentieri ed evitare di sdraiarsi direttamente sull’erba. Non tutte le punture di zecche trasmettono malattie; solo una piccola percentuale di zecche risulta infetta. Poiché la rimozione precoce della zecca è in grado di evitare la malattia, è bene che le persone si informino su come asportare correttamente la zecca dalla pelle. Presso i servizi vaccinali dell’Azienda sanitaria è possibile ottenere informazioni sulle malattie trasmesse dalle zecche e sul vaccino contro l’encefalite da zecche; la vaccinazione viene raccomandata dalla Sanità pubblica a tutte le persone che trascorrono molto tempo all’aria aperta e sono più esposte per motivi professionali (forestali, tagliaboschi, agricoltori…) o ludico-ricreativi (raccoglitori di funghi, escursionisti, campeggiatori in aree libere, scout…)”.

Negli ultimi 30 anni, il numero di casi di encefalite da zecca in tutte le regioni endemiche europee è aumentato di quasi il 400%, ma dalla ricerca condotta da SWG in Trentino Alto Adige emerge che il 62% dei residenti non si ritiene sufficientemente informato su questa patologia e 1 su 2 dichiara di esserne venuto a conoscenza tramite parenti e/o conoscenti.

Fortunatamente la TBE si può prevenire. Basta una semplice vaccinazione, efficace e sicura. Si tratta di una profilassi raccomandata nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ed è anche una misura preventiva consigliata a chi pratica professioni a contatto con la natura, alle persone che frequentano o visitano zone boschive, agli amanti del trekking e della campagna.

La preoccupazione dei cittadini del Trentino Alto Adige intervistati rispetto al rischio di contrarre una malattia trasmessa dalla zecca è elevata. Il 62% è a conoscenza del pericolo che può rappresentare il morso di zecca e circa un terzo (il 32%) ritiene che possa portare a conseguenze molto gravi per la salute di adulti e bambini. Ma dalla ricerca SWG emerge che la popolazione del Trentino Alto Adige necessita di maggiori informazioni sul “fenomeno zecche” sia in termini di rischi, prevenzione e comportamenti che sulla possibilità di ricorrere al vaccino, basti pensare che solo il 2% dichiara di aver scelto di vaccinarsi contro l’encefalite da zecca, nonostante 7 intervistati su 10 considerino utile un vaccino. 

L’81% degli intervistati indica il Medico di Medicina Generale, seguito dai Medici Specialisti e dai Pediatri, come figura più autorevole in grado di consigliarli in merito alla prevenzione delle malattie trasmesse dalla zecca.

La cosa più importante a cui vorrei fare riferimento - dichiara Josef Jorg, Medico di Medicina Generale - è la completezza dell’informazione, che sta alla base di una corretta divulgazione e porta quindi a buoni consigli. In merito alla TBE giova ricordare come in Trentino siano state definite zone ben circoscritte dove le zecche risultano infette e perciò possibili trasmettitrici di questa malattia; un fatto questo che non può essere ignorato nella programmazione di una campagna vaccinale. Il vaccino va senz'altro proposto agli operatori che attraversano i boschi come ad esempio le guardie forestali: va raccomandato anche ai cittadini abituali frequentatori di questi luoghi, cercatori di funghi, cacciatori e altri. Per chi solo occasionalmente vi accede, e venisse morso dalla zecca, va valutato l'effettivo rischio e, assieme al cittadino, considerato il beneficio di una eventuale vaccinazione”.

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