Spese condominiali, aumenta chi non paga In due anni oltre 1.200 decreti ingiuntivi

di Angelo Conte

Aumenta il numero di condòmini che non pagano le spese condominiali. Lo conferma l’incremento dei decreti ingiuntivi che gli amministratori condominiali sono obbligati a emettere nei confronti di quei proprietari o inquilini che non versano il dovuto per i servizi in capo all’amministrazione.

In Trentino, secondo i dati di Confabitare, che ha fatto il punto sui decreti ingiuntivi richiesti dagli amministratori condominiali durante il 2015 e il 2016, il numero delle persone che non hanno saldato le rate delle spese condominiali è in crescita. In totale, l’anno scorso sono stati 670, il 2,5% in più rispetto ai 654 del 2015. La percentuale di nuclei familiari morosi rispetto al totale di quelli che sono residenti in condominio si ferma al 3% scarso. Le famiglie che vivono in condominio come proprietari di appartamento o affittuari sono infatti 28.491 su un totale di 117.317 abitanti in città.

Per quanto riguarda la morosità media a Trento è di euro 950 a nucleo familiare.

Il Comune di Trento, spiega il presidente di Confabitare Alberto Zanni, è sicuramente virtuoso da questo punto di vista in quanto si colloca al 105° posto su 110 comuni esaminati.

Da noi, poi, rispetto al resto d’Italia, si resta indietro nei pagamenti per cifre più basse: l’importo medio delle morosità è di 950 euro, 300 in meno della media nazionale.

Da giugno 2013, con la legge di riforma del condominio, gli amministratori sono obbligati a recuperare i mancati incassi emettendo dei decreti ingiuntivi nei confronti dei condomini morosi. Per chi è un proprietario senza un mutuo, vuol dire rischiare di vedersi la casa ipotecata. Il numero di decreti ingiuntivi è stato di oltre 1.200 in due anni: una cifra elevata, soprattutto se si pensa che andare davanti al giudice è l’extrema ratio.

Prima di arrivarci ci sono i solleciti e le lettere dell’avvocato. Gli amministratori di condominio non possono fare altrimenti, perché rischiano la revoca del mandato per giusta causa.
A livello nazionale il boom è stato di Bologna. Nessuno, tra i maggiori centri abitati, ha visto un incremento pari a quello registrato sotto le Torri negli ultimi dodici mesi: più 33,8%, in pratica un aumento di 984 morosità da un anno all’altro.
«A Trento - afferma Zanni - c’è una situazione di isola felice rispetto al resto d’Italia. Probabilmente c’è una questione di mentalità rispetto al Paese in cui l’aumento è molto preoccupante».
Zanni spiega che «l’amministratore è obbligato a emettere un decreto ingiuntivo, mentre in passato si distribuiva sui millesimi dei virtuosi quanto non veniva versato. Entro 6 mesi dal sollecito si deve fare un decreto per il mancato pagamento, dietro il quale in questi ultimi anni la motivazione principale è la crisi, con le famiglie che vanno in cassa integrazione o in disoccupazione e hanno difficoltà a pagare. Si preferisce ad esempio pagare prima l’affitto rispetto alla rata».

Una parte dei mancati pagamenti è però «opera dei furbetti che sanno che c’è la crisi e che sanno di non essere perseguibili per alcun mesi, visto che il pignoramento arriva dopo il decreto ingiuntivo». Il consiglio a chi non paga per Zanni è semplice: «Invece di nascondersi o sparire, meglio farsi vivo con l’amministratore e concordare un piano di rientro più morbido. Le rate, soprattutto se c’è il riscaldamento centralizzato, sono più pesanti in inverno. Per questo si può chiedere di rateizzarle nei mesi più caldi quando i costi sono meno elevati».

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