Allarme scippi a Trento: cresce la preoccupazione Due casi in 10 giorni, ma per le statistiche c'è un calo

di Marica Viganò

Le statistiche danno il reato in calo, ma la percezione dei cittadini è un'altra: gli scippi sono in diminuzione secondo i «freddi» numeri, ma non sono poi così rari (19 denunce ai carabinieri nel 2016, con la nostra provincia al 46° posto nella classifica nazionale secondo uno studio elaborato da ItaliaOggi e Università La Sapienza).

A Trento due allarmi a distanza di 10 giorni: l'ultimo lunedì in via Veneto, ai danni di una 73enne finita in ospedale dopo la caduta causata dallo strappo; il primo a Centochiavi, la sera del 27 gennaio. In dicembre un'altra pensionata era rimasta vittima di un furto con strappo, in via Gazzoletti. Due mesi prima, stessa disavventura per una donna che al mattino passava in piazza Dante: a sparire, quella volta, era stato il telefonino.

Il copione è sempre lo stesso, con il malintenzionato che strappa la borsa sorprendendo la donna alle spalle; sia per la spinta improvvisa, che per il tentativo di resistere all'aggressore, quasi sempre la vittima perde l'equilibrio, con conseguenze che possono essere assai gravi. «Ho sentito solo uno strattone, poi altri più forti e mi sono ritrovata a terra, senza più la mia borsetta» ha raccontato all'Adige (edizione di ieri, ndr) la vittima dello scippo di lunedì in via Veneto.

«Una volta il nostro era un quartiere tranquillo in cui non sarebbe stato nemmeno immaginabile una cosa del genere» ha aggiunto la sorella dell'aggredita.

A poche centinaia di metri dal punto in cui è avvenuto lo scippo vive Vanni Scalfi, capogruppo Pd in consiglio comunale. «Non è solo un problema di percezione del senso di insicurezza: c'è una difficoltà oggettiva nel mantenere la qualità della vita alla quale eravamo abituati in altri tempi.

Ma la nostalgia non serve a nulla». La sua non è «un'ammissione», come evidenzia, ma il «riconoscimento di un problema». «Un problema che forse per qualche tempo non abbiamo potuto o voluto vedere. Parlo come amministratore comunale ma anche a nome mio, di cittadino - evidenzia - Nessuno si senta escluso da questa responsabilità.

Non è un problema facile da affrontare. Anzi "la" soluzione non c'è, ma ci sono una serie di misure e di comportamenti da prendere, a cominciare dalla responsabilità individuale di ogni cittadino: è importante che anche il monitoraggio e la denuncia del singolo, che avvisa le forze dell'ordine».

A chi chiede più pattuglie in strada, risponde con una provocazione. «Un carro armato davanti alla chiesa di San Giuseppe non credo risolverebbe molto - evidenzia - Ma l'attività di prevenzione e di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine è indispensabile».

Se la responsabilità è di tutti, come sostiene Scalfi, è ben accetto anche qualche suggerimento «pratico» per affrontare con maggiore serenità il problema delle aggressione in strada. «Alcune precauzioni dovremo abituarci a prenderle anche a Trento.

Ad esempio, avere un'attenzione in più a chi ci ferma in strada con la scusa di un'informazione - spiega il consigliere comunale - questo però senza cambiare le nostre abitudini ed i nostri ritmi, per non far vincere la paura. Non dobbiamo smettere di vivere la città, di passare più tempo in strada, di portare i figli a giocare nei cortili e nei parchi».

Cristian Zanetti, consigliere comunale di Forza Italia, vive alla Portela, un quartiere che combatte quotidianamente contro la microcriminalità e nel quale è stato necessario intervenire con mano pesante, attraverso controlli serrati delle forze dell'ordine, un presidio di polizia, le telecamere.

«La mia famiglia vive nella zona da ben sette generazioni. Ho visto l'evoluzione di questa area: quando ero piccolo in piazza Dante si andava per giocare, mentre ora ne chiedo la chiusura. Mettendo una cancellata elegante si restituirebbe il parco alle famiglie - spiega - Il problema è che la maggioranza in consiglio comunale parla di percezione e di parole astratte: ciò che invece la gente sta percependo è un problema reale, pratico. I cittadini chiedono poco: vorrebbero essere sicuri».

Zanetti sostiene che un passo in avanti nell'ultimo periodo è stato fatto. «Le forze dell'ordine hanno cominciato ad arrestare. Ci vorrebbero anche altre azioni, ma questo è già un buon inizio, significa venire incontro alla richiesta di sicurezza dei cittadini», evidenzia. Poi aggiunge: «Va bene dare i consigli agli anziani, ma è altrettanto giusto che ci sia un controllo costante, che le forze dell'ordine creino disturbo alla criminalità: noi dobbiamo stressare le persone che commettono reati.

Il sindaco più aspetta a trovare una soluzione ferma e decisa, e meno democratica questa soluzione sarà. Le persone che delinquono si sono comperate il territorio a forza di risse ed accoltellamenti, ma noi noi lo cediamo a loro gratuitamente».

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