Università di Trento ancora al top Nella ricerca del Sole 24 Ore è seconda

di Matteo Lunelli

L'Università di Trento si conferma sul podio tra le migliori a livello nazionale: un secondo posto alle spalle di Verona, ma davanti a Bologna, al Politecnico di Milano, a Padova e a Cà Foscari di Venezia. Un risultato prestigioso e un riconoscimento importante per l'ateneo provinciale, che continua a essere sinonimo di qualità sia nella didattica sia nella ricerca. 

Nella classica redatta dal Sole 24 Ore il Nord resta al top: basti pensare che tra le prime dieci l'università più a sud è quella di Siena. Sul podio insieme a Verona e Trento c'è Bologna, seguita dal Politecnico di Milano e da Milano Bicocca. Tra i balzi in avanti si segnalano quelli di Modena e Reggio Emilia (sei posizioni), Salerno (dieci) e Chieti-Pescara (sei). Agli ultimi tre posti troviamo Cagliari, l'Università della Calabria e (maglia nera) la Parthenope di Napoli. Per quanto riguarda gli atenei non statali primeggia la Luiss di Roma, davanti a Bocconi (prima l'anno scorso) e San Raffaele di Milano. Al quarto posto la Libera Università di Bolzano. 

Come accennato la classifica di divide in due macro aree, che poi danno origine a quella complessiva. Nella «didattica» Trento è tredicesima, mentre nella «ricerca» UniTn è seconda. Questi ranking si basano su dodici differenti indicatori.
L'Università di Trento è prima nell'attrattività, ovvero nella percentuali di immatricolazioni da fuori provincia: la percentuale è del 62,8%, ovvero più di sei studenti su dieci non sono trentini. In questo parziale indicatore stacchiamo di parecchio la seconda classificata, che è Torino con il 51,4%. Primo posto anche nelle borse di studio, ovvero la percentuale di idonei che hanno ricevuto un contributo: 100%, ovvero chi ne ha diritto prende sempre i soldi. Terzo posto, invece, alle voci «qualità della produzione scientifica» e «competitività della ricerca». Bene anche nel voto espresso dai laureandi (terzi con 7,9), nella mobilità internazionale (quinti), nella qualità dei dottorati (sesti), nella dispersione, ovvero immatricolati che si reiscrivono al secondo anno nello stesso ateneo (settimi). 

Bene ma non benissimo in una voce importante come quella dell'occupazione, ovvero la percentuale di studenti che trovano lavoro a un anno dal titolo: siamo dodicesimi col 75,5%. Si può migliorare, invece, nelle ultime tre voci: efficacia (49esimo posto), cioè la media di crediti formativi in un anno, stage (41esimo posto), cioè la percentuale di crediti ottenuti in stage, e sostenibilità (50esimo posto), cioè il numero medio di docenti di ruolo nelle materie base.

IL RETTORE

Il 2017 non sarebbe potuto iniziare in maniera migliore per l'Università: secondo il Sole 24 Ore Trento resta uno degli atenei migliori d'Italia. E il rettore Paolo Collini accoglie la classifica con orgoglio: «Molto bene, siamo molto contenti. Certamente sappiamo che questa classifica, come tutte, ha dei pregi e dei difetti, ma confermarsi al secondo posto è un risultato molto positivo. Poi il Sole 24 Ore è sinonimo di qualità e quindi possiamo andare ancora più orgogliosi di questi punteggi».
UniTn è nei primi posti in quasi tutte le dodici voci dell'indagine. L'unico dato che potrebbe sorprendere un po' è il cinquantesimo posto nell'indice di sostenibilità, ovvero il numero medio di docenti di ruolo nelle materie base. Bisogna quindi assumere nuovi professori? «Quel parametro, che in verità il Sole usa da sempre, un po' lo contesto, perché credo il calcolo venga fatto in modo un po' semplicistico, con una mera divisione tra docenti e corsi di studio. Noi, però, abbiamo tantissimi corsi volutamente specialistici e piccoli in tante delle nostre facoltà, anzi sostanzialmente in tutte a esclusione di Giurisprudenza. Avendo un offerta formativa più frazionata, con l'obiettivo di cogliere le specificità degli studenti, abbiamo quindi una performance per quell'indicatore un po' scadente. Ma lo sappiamo, non è certo una sorpresa. E la metodologia non mi convincerebbe nemmeno se fossimo primi».
Per quanto riguarda gli altri indicatori usati per stilare la classifica, ce n'è uno nel quale il rettore vorrebbe vedere l'Università di Trento più in alto.
«Nonostante il quinto posto ottenuto sia un ottimo risultato, mi piacerebbe riuscire a fare un balzo in avanti nella mobilità internazionale (la percentuale di crediti ottenuti all'estero sul totale dai singoli studenti ndr). Credo che in quella voce possiamo avere degli spazi per crescere e migliorare, ma sono convinto ci riusciremo già nei prossimi anni, visto che abbiamo fatto partire una serie di progetti che potranno farci risalire. Ecco, come obiettivo possiamo darci un primo posto in quell'indicatore».
E anche sulle borse di studio, argomento di polemica negli scorsi mesi, Collini è contento: «Siamo al primo posto, con il 100% di richieste esaudite per chi era idoneo».

 

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