«I nostri giovani costretti ad emigrare: sono un "regalo" ad altri Paesi»

Il lavoro, anzi la sicurezza di un lavoro che non sia basato sui voucher, è un investimento a favore del territorio sotto tanti aspetti: le tasse rimangono in provincia (il 90%), meno tensione sociale, capacità di attrazione per i servizi che funzionano. Ed è per questo che la battuta del ministro del lavoro Giacomo Poletti sui giovani che lavorano all'estero (in alcuni casi - ha detto il ministro - è un bene «non averli più fra i piedi») fa male. «È stata una frase infelice - hanno detto Ianeselli, Pomini e Alotti - il ministro, che poi si è scusato, ha toccato un tasto dolente, ovvero quello di tanti giovani che pur avendo studiato in Italia vanno all'estero dove c'è un sistema meritocratico. È una questione che riguarda anche il Trentino e che si collega anche ai voucher ed alla necessità di una nuova classe imprenditoriale trentina: i nostri investimenti sui giovani paradossalmente li regaliamo ad altri Paesi che hanno sistemi economici a noi concorrenti».

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