Part-time in ospedale, quasi un miraggio Uno su due escluso, polemiche sulle graduatorie

di Patrizia Todesco

Il part-time? In Azienda sanitaria sta diventando un miraggio e la pubblicazione delle ultime graduatorie per il part-time temporaneo ha innescato una vera e propria guerra interna. Più del 50% delle persone che avevano presentato domanda è infatti rimasta esclusa. Basta un esempio per capire l'entità della questione: solo al S. Chiara ben 200 infermieri avevano presentato domanda di part-time e solo un centinaio saranno accontentati. Non va meglio a chi ha presentato domanda per un part-time definitivo. In questo caso la graduatoria segue l'ordine di presentazione della domanda. «Qui - dice Cesare Hoffer del Nursing Up - il tempo di attesa è di 10 anni».

Il problema sta nell'aumento vertiginoso di richieste part-time degli ultimi anni legato, da una parte all'invecchiamento della popolazione, con molti lavoratori che si ritrovano ad avere figli piccoli e genitori anziani da accudire, e dall'altra al carico di lavoro che in alcuni settori non consente una programmazione del lavoro e delle ferie. «In Trentino, tra i dipendenti dell'Azienda sanitaria, i part-time costituiscono il 35% del personale, quindi il massimo possibile secondo la normativa e il contratto», spiega Hoffer. Eppure nemmeno questa alta percentuale, che in molte altre zone d'Italia è notevolmente più bassa, sembra riuscire lontanamente a soddisfare le richieste.

Nell'ambiente, da quando nei giorni scorsi sono state pubblicate le graduatorie, si respira un certo malessere legato al fatto che l'avere bambini piccoli da accudire, ad esempio, sembra non essere più un requisito sufficiente per poter godere del part-time. «Bisogna capire perché ci sono così tante domande. L'impressione è che ridurre l'orario di lavoro sia considerata da molti anche una via di fuga per fare fronte agli attuali ritmi di lavoro, ai continui richiami al lavoro per sostituire colleghi e alla difficoltà a fissare le ferie», dice Hoffer.

L'assurdo è che da una parte ci sono migliaia di persone che bramano di poter lavorare qualche ora e altrettante che chiedono di poter lavorare meno. «L'età media degli infermieri in Trentino è 50 anni e il loro è un lavoro usurante. Due anni fa la Provincia aveva ideato la staffetta generazionale che prevedeva, per i dipendenti con 60 anni di età, la possibilità di chiedere il part-time con il pagamento dei contributi a carico dell'ente pubblico. Questa cosa non è mai stata applicata e invece permetterebbe l'ingresso di molti giovani nel mondo del lavoro».

Rimane la questione delle tante mamme che in queste settimane hanno visto infranto il sogno del part-time, la possibilità di una conciliazione lavoro e famiglia. «Ora vedremo in fase di rinnovo contrattuale se ci sono margini per ampliare i numeri anche se il 35% è un limite imposto dalle legge quindi l'unica soluzione sarebbe cambiare la normativa», conclude il sindacato.

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