Caldonazzo, ottiene denaro da un'anziana dicendo che è per un funerale: accusa di truffa

Tutte le truffe sono odiose, ma quando la vittima è una pensionata novantenne a cui viene spillato denaro per il funerale di una bambina di tre anni - per fortuna parrebbe mai defunta - il reato è davvero ignobile.

Di certo un giovane di 29 anni di origini serbe, che è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora in Trentino Alto Adige, deve rispondere di truffa aggravata in seguito alla denuncia da parte di un'anziana donna di Caldonazzo. La pensionata sostiene di essere stata raggirata da un abile truffatore che, raccontandole una storia da spezzare il cuore, si sarebbe fatto consegnare in totale 1.805 euro.

Il 22 giugno dell'anno scorso a casa della 90enne, a Caldonazzo, si presentava un giovane: sosteneva di essere croato, ma di abitare in paese e si accreditava come lavoratore nel settore del porfido a Pergine. Questi raccontò alla povera anziana una storia terribile: diceva di avere urgente bisogno di denaro perché doveva seppellire la figlia di tre anni morta pochi giorni prima.

Come noto i funerali costano cari, c'erano da pagare la bara, i fiori e tutto quanto era necessario per la cerimonia. La donna, evidentemente persona sensibile e di buon cuore, si commosse e consegnò all'uomo 450 euro, come lo stesso aveva richiesto.

A detta dell'anziana donna i soldi non erano una donazione, ma un prestito che il ricevente si era impegnato a restituire entro il 25 giugno e per il quale aveva anche firmato, con il nome di Berisa Samir, una specie di scrittura privata. 

Il giorno seguente, il 24 giugno, lo stesso individuo tornava a far visita all'anziana donna, non per restituire i soldi ma per battere di nuovo cassa. Risfoderava la storia lacrimevole della figlioletta morta spiegando di aver bisogno di 850 euro per pagare la tomba della giovane defunta che era stata seppellita a Borgo Valsugana. Sempre molto colpita da tale disgrazia, la 90enne consegnava la somma richiesta, rassicurata da una «ricevuta».

Trascorse altre 24 ore, il sedicente Berisa tornava a far visita all'anziana pensionata. Ancora una volta chiedeva denaro «in prestito» per comperare la tomba nel cimitero di Caldonazzo dove la piccola bara doveva essere trasferita. Il soggetto si impegnava a restituire tutto il denaro ricevuto entro l'indomani, cioè il 25 giugno dell'anno scorso. 

Il giorno successivo il giovane si presentava di nuovo a casa della 90enne di Caldonazzo.

Come è facile immaginare non aveva con sé il denaro da restituire e dunque la donna, che a questo punto iniziava a sospettare, non lo faceva entrare.

Anzi, saggiamente, la pensionata confidava i fatti ai carabinieri che la invitavano a chiamarli qualora il soggetto si fosse fatto vivo di nuovo.

Puntuale il 2 luglio il sedicente Berisa contattava la pensionata. I soldi da restituire però non li aveva e così la donna chiamava i carabinieri arrivati sul posto in tempo per identificare colui che oggi è a processo per truffa aggravata

comments powered by Disqus