Lite sul conto e «vendetta» dell'artigiano Ma l'uomo incastrato dalla telecamera

Può accadere che tra artigiano e committente ci siano delle tensioni o incomprensioni. Vuoi perché il risultato non è quello immaginato dal cliente o sul conto finale. Nella maggior parte dei casi, probabilmente, la questione si risolve trovando un punto di incontro o, nel peggiore, chiedendo ad un giudice di stabilire se la somma richiesta fosse dovuta o se il lavoro sia stato fatto secondo quanto accordato.

In questo caso, però, un artigiano trentino - al quale la cliente insoddisfatta non voleva pagare l’intera somma richiesta - avrebbe messo in atto una «vendetta»: introdottosi in casa con una tanica di gasolio, avrebbe sparso il liquido sul pavimento dell’ingresso.

Per questo un sessantenne è ora a processo con l’accusa di violazione di domicilio e danneggiamento. La vicenda, per certi versi incredibile, è successa nel febbraio 2015 in Valsugana. L’imputato sarebbe stato incaricato dalla vittima di realizzare una stufa ad olle in casa. Ma il lavoro finale, a quanto pare, non avrebbe soddisfatto la committente.

Se le rimostranze della donna fossero o meno legittime non è dato saperlo. La donna, tuttavia, a quel punto avrebbe deciso di tenere in sospeso il pagamento di una parte della somma, circa 500 euro. L’artigiano, però, evidentemente certo di avere eseguito il lavoro come concordato, non sarebbe stato disposto a fare alcuno sconto ed avrebbe sollecitato più volte il saldo.

Ma a questo punto, secondo quanto ricostruito dall’accusa, la vicenda avrebbe preso una piega decisamente diversa. L’artigiano, di fronte alle resistenze della cliente, avrebbe fatto scattare una vera e propria vendetta. In particolare, secondo il capo di imputazione, il 24 febbraio, approfittando dell’assenza della proprietaria, si sarebbe introdotto nella sua abitazione ed avrebbe rovinato il pavimento dell’ingresso versandovi sopra gasolio. Una incursione che sarebbe stata immortalata dalle telecamere di sicurezza installate dalla proprietaria, che ha riconosciuto l’artigiano.

Qualche giorno prima, infatti, la donna - proprietaria di alcuni animali - aveva trovato dei bocconi avvelenati fuori casa. Proprio dopo quell’episodio la vittima aveva deciso di installare le telecamere. E l’occhio elettronico avrebbe ripreso l’ingresso dell’artigiano, con tanto di tanica in mano. Dopo il rinvenimento del gasolio sul pavimento erano stati allertati i carabinieri e le riprese video consegnate nelle loro mani.

Va peraltro detto che, secondo quanto denunciato dalla vittima, qualche giorno dopo il danneggiamento l’uomo era stato notato nuovamente in zona, con in mano un sacchetto contenente diavolina. Anche in quell’occasione erano stati allertati i carabinieri. La donna, allarmata dagli episodi, aveva saldato il conto di quasi 4000 euro. Ora l’artigiano si trova a processo e la cliente chiede un risarcimento di 15mila euro per i danni, anche morali, patiti.

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