Richiedenti asilo e lungaggini burocratiche a Trento Il sindacato Coisp: carenze di organico nella polizia

Le lungaggini nelle pratiche per le domande di asilo sono legate alla carenza di personale di polizia in Trentino, dice il sindacato Coisp

Anche il sindacato di polizia Coisp interviene sulla manifestazione di ieri a Trento di un gruppo di richiedenti asilo, sconfortati per la lentezza dei loro iter burocratici, lamentando la carenza di personale della polizia di Stato in Trentino. Ieri una delegazione di richiedenti asilo era stata ricevuto in questura e aveva ricevuto rassicurazioni circa la destinazione di due funzionari in più all'ufficio che si occupa delle pratiche

«Cercare di tamponare una situazione oramai insostenibile, spostando da un ufficio all’altro i poliziotti - afferma in una nota il segretario generale aggiunto Stefano Fiorentini - non fa altro che spostare il problema da un settore all’altro, dai passaporti, ai permessi di soggiorno, da questi alle autorizzazioni in materia di armi, da queste alle autorizzazioni per l’esercizio di professioni quali guardie particolari giurate, istituti di vigilanza, istituti d’investigazione, uso di esplosivi in cava e per lavori civili, da questi al controllo del territorio.

Calcolando poi che lo stesso personale è chiamato a svolgere altri servizi che esulano dal teorico “ordinario”, quali ordini pubblici, accompagnamenti, scorte, piantonamenti, volanti, il risultato non può che essere questo».

Sullo sfondo, per quanto riguarda gli stranieri che chiedono protezione internazionale all'Italia, resta il problema delle condizioni logoranti di "parcheggio", vissute dai richeidenti asilo.

«Queste persone - dice Pierluigi La Spada, coordinatore responsabile del Cinformi, che ha seguito i "suoi" ragazzi per tutta la mattina - si trovano in un limbo che dura da sei o otto mesi, possiamo comprendere lo stato di scoraggiamento in cui si trovano. Nella richiesta di protezione internazionale si vedono superati da compatrioti arrivati dopo e registrati presso i nuovi hot-spot (il più vicino è a Gorizia ndr), mentre loro, dopo le procedure di identificazione e i primi controlli sanitari, avvenuti al loro arrivo in Italia, si trovano ancora in attesa di essere convocati per consegnare le richieste di asilo. Il gruppo che oggi protesta è il "residuo" di un sistema che non esiste più: ora, con le modifiche introdotte a partire dalla fine dello scorso anno, le procedure sono molto più veloci».

Per parte sua, Roberto Bombarda, presidente del Centro Astalli di Trento, ricorda che «i tempi per avere riconosciuto lo status di rifugiato erano già lunghi prima che iniziasse l'emergenza dei profughi siriani».

«Ora - prosegue l'ex consigliere provinciale - la situazione è aggravata dal numero di domande che vengono presentate, malgrado il Governo abbia nominato nuove commissioni di esame. Ad ogni modo, sono convinto che le misure di accoglienza messe in campo in Trentino per gestire il considerevole flusso d'arrivo dei migranti sia quanto di meglio si possa trovare in Italia. Qui, non solo si riesce a garantire loro una condizione di vita buona, ma ci si occupa anche di rispondere ad altre esigenze, con corsi di formazione e momenti di svago».

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