Esami di guida con il «suggeritore», risarcimenti agli Amici della Polstrada

Ha scelto la strada del patteggiamento un primo gruppo di imputati dell’indagine «Spy Drive» che  aveva smascherato un’organizzazione in grado di suggerire ai candidati che affrontavano i quiz per la patente di guida le risposte giuste. Se non passavi l’esame teorico - per scarsa preparazione o semplicemente perché non parlavi altro che arabo o cinese - non c’era problema. L’organizzazione, grazie ad una sofisticata tecnologia e dietro congruo pagamento, suggeriva al candidato le risposte corrette.

Gli indagati erano 41. Ieri all’udienza preliminare una decina di loro ha deciso di patteggiare. Gli imputati accusati di essere ai vertici dell’organizzazione hanno patteggiato dai 3 anni (chi ha risarcito) ai 3 anni e 9 mesi (chi non ha risarcito). E proprio il risarcimento rappresenta uno degli aspetti più interessanti del procedimento penale.

La procura ha ottenuto che i risarcimenti - con cifre anche di 7-8 mila euro - andassero a beneficio dell’Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale, molto attiva sul fronte della sicurezza stradale e della prevenzione delle tragedie della strada. Gli aspiranti patentati che si erano rivolti all’organizzazione per ottenere l’aiuto illegale per esami di teoria hanno patteggiato pene che vanno da 2 a 6 mesi. Un’altra decina di imputati ha scelto di procedere con rito abbreviato.

«Spy Drive» era partita nel novembre 2013 quando gli investigatori della sezione di pg della polizia stradale di Trento scoprono un cittadino pakistano, residente nel bresciano, che aveva addosso un microauricolare, coperto dalle cuffiette con cui era autorizzato a sentire la traduzione in inglese del testo, ed una microtelecamera: era collegato con un suggeritore che vedeva i quiz sul video (l’esame si fa attraverso il touchscreen) e suggeriva la risposta.

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