Vende su internet il Rolex da 3.600 euro ma l'assegno incassato è contraffatto

Beffato un imprenditore di Trento

Ancor prima che un orologio il cronografo in acciaio Rolex Gmt Master 2 è uno status symbol, ambito dagli amanti degli accessori di lusso, ma -  inevitabilmente - anche dai malfattori. Lo ha scoperto a sua spese un giovane imprenditore di Trento che ha “venduto” il suo prezioso Rolex ottenendo in cambio un assegno che equivaleva a carta straccia.

La vicenda risale all’inizio del 2012. Il proprietario dell’orologio decide di vendere il suo prezioso Rolex. Sceglie un canale molto diffuso, ma certo non il più sicuro per vendere un oggetto di grande valore: pubblica sul sito «subito.it» un’inserzione. La richiesta - 4.000 euro - non è esagerata, anzi per chi acquista pare essere un affare visto che Rolex Gmt Master 2 si trovano in vendita anche a 7-8 mila euro.

All’annuncio rispondono varie persone, tra queste anche un uomo che si mostra particolarmente interessato. Dopo una prima mail, telefona al venditore e tratta l’acquisto: il presunto acquirente offre 3.600 euro, cifra che l’imprenditore trentino accetta. Le parti si accordano di incontrarsi a Trento per perfezionare la vendita.

Nel pomeriggio del 2 aprile 2012 l’acquirente si presenta presso l’ufficio del venditore. Non è da solo, ma in compagnia di un uomo che viene presentato come il padre. I due viaggiano su una Jaguar che poi si scoprirà essere intestata ad una giovane donna thailandese. Il Rolex viene consegnato corredato di certificato di garanzia, scatola e ghiera di ricambio. Il pagamento - e questa è una grave imprudenza, ma il proprietario dell’orologio se ne renderà conto solo poi  - viene fatto con un assegno circolare del Monte dei Paschi di Siena intestato allo stesso venditore. Viene mostrata anche una carta d’identità, che però con astuzia non passa mai nelle mani del venditore a cui viene consegnata solo la fotocopia di una patente. Durante tutta la trattativa sembra che il presunto padre continui a chiacchierare per mettere in confusione la vittima predestinata. Poi i due se ne vanno a bordo della Jaguar (di cui le telecamere di sicurezza dell’ufficio riprendono la targa).

Come era facile prevedere il giorno seguente si scopre che l’assegno circolare non vale nulla perché contraffatto. Insomma il proprietario del Rolex è stato truffato. La polizia ha comunque individuato i presunti responsabili: al processo (ieri rinviato) sono imputati un 34enne di Cassano allo Ionio e un 52enne di Genova.

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