In Italia 2.000 tumori al testicolo ogni anno, il 90% guarisce

Sono circa 2mila l'anno le diagnosi in Italia di tumore al testicolo, come quella toccata al ciclista Ivan Basso. Secondo il rapporto Aiom-Airtum, che si riferisce al 2014, questa neoplasia è quella più frequente fino a 50 anni, e ha una mortalità molto bassa, lo 0,4% se presa allo stadio iniziale, e non più del 20% quando è trovata in fase avanzata.

«La percentuale di guarigione è molto alta, come dimostra anche il caso di Lance Armstrong, che aveva già delle metastasi - spiega Umberto Tirelli, direttore scientifico del Cro di Aviano - tuttavia questo tumore non va preso sotto gamba. Anche in fase avanzata si possono comunque ottenere ottimi risultati combinando la chirurgia con la radio e la chemioterapia".

In Italia ci sono circa 40mila persone con questo tumore. "Il fattore di rischio principale è il criptorchidismo, cioè la mancata o parziale discesa di un testicolo - spiega l'esperto - e il rischio aumenta anche se durante la gravidanza la mamma ha assunto degli ormoni. L'ipotesi che lo sfregamento sulla sella, e quindi il trauma cronico che ne deriva, possa avere un ruolo invece non è stata mai provata scientificamente, anche perché questo rimane un tumore abbastanza raro, e quindi è difficile fare questo tipo di studi".

Fondamentale, come per gli altri tumori, resta la diagnosi precoce, sottolinea Tirelli: "Un caso come quello di Basso può servire a sensibilizzare gli uomini, e a far capire loro l'importanza dell'autopalpazione - spiega -. In questo caso la caduta al Tour ha portato a fare un esame approfondito, ma i sintomi principali sono un nodulo o un gonfiore al testicolo, e sarebbe importante periodicamente, magari sotto la doccia, fare da soli un controllo, come già fanno le donne con il seno".

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