Truffa sui rilevatori di gas un giovane a processo

L’addetto alla vendita si era presentato con tanto di tesserino, firmata dal titolare della ditta, che ne certificava il ruolo: «Rilevatore fughe di gas». E una volta in casa aveva presentato il prodotto: un apparecchio che consente di intercettare eventuali perdite di gas e dunque mettersi al riparo da possibili intossicazioni o perfino esplosioni. Fino qui nulla di strano e soprattutto nulla di illegale.

Il punto è che il venditore avrebbe convinto gli acquirenti a mettere mano al portafoglio facendo credere che si trattava di un dispositivo di sicurezza imposto dalla legge, approfittando peraltro delle condizioni di salute dei clienti. Per il venditore, un giovane albanese di 23 anni residente a Desenzano, è scattata la denuncia per truffa e a Trento si è aperto il processo a suo carico davanti al giudice Enrico Borrelli.

Ma andiamo con ordine. Il giovane venditore si era presentato a casa di due persone della Valsugana, una donna di 84 anni e un uomo di 69 anni, affetto però da disturbi psichici. Dunque, due persone particolarmente fragili, secondo l’accusa: la prima per l’età e l’altra per ragioni di salute. In entrambi i casi il giovane avrebbe presentato il prodotto e indicato ad entrambi che era necessario montare il rilevatore di gas «per ragioni di sicurezza».

Secondo quanto riportato nel capo di imputazione «senza dare tempo ai due potenziali clienti di opporsi all’acquisto e con forte insistenza otteneva il loro consenso, anche convincendoli che la legge imponeva l’installazione di tali apparecchi». Insomma, di fronte ad una tale insistenza e probabilmente con la prospettiva che fosse obbligatorio procedere con l’installazione di questi apparecchi, entrambi avevano ceduto all’acquisto. A quel punto lo stesso giovane aveva provveduto ad installare i rilevatori di gas, operazione - sottolinea l’accusa - a cui non era abilitato.


Per quanto riguarda il danno economico alle vittime, nel caso dell’uomo era stata tutto sommato contenuta, ovvero pari ai 20 euro lasciati a titolo di acconto. Decisamente più salato quello dell’anziana, che aveva sborsato ben 249 euro per l’apparecchio. Ma un rilevatore di gas - ed è questo uno degli aspetti al centro delle numerosi contestazioni rivolte a questi installatori di gas - si possono trovare a poche decine di euro. Ora sarà il giudice a stabilire se il giovane abbia o meno truffato le due vittime.

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