Dopo una torrida giornata di lavoro postino muore nella sua casa a Lavis

È morto a casa, stroncato da un infarto dopo una dura, e caldissima, giornata di lavoro. Paolo Brigadue, 55 anni di Trento, sposato con due figli, se ne è andato all'improvviso nel tardo pomeriggio di venerdì, lasciando sgomenti familiari e colleghi. Il portalettere, che serviva soprattutto la zona di Lavis, come i suoi colleghi probabilmente era affaticato per il gran caldo, ma aveva comunque portato a termine la sua giornata di lavoro. Poco dopo essere giunto a casa, in Clarina, si è sentito male. Rapidamente le sue condizioni sono parse gravi e i familiari hanno chiamato il 118. Purtroppo, nonostante i soccorsi e i tentativi di rianimazione, Brigadue è morto per arresto cardio circolatorio. Lascia la moglie e due figli.
La notizia si è rapidamente diffusa tra i colleghi delle Poste che in molti anni di servizio avevano imparato ad apprezzare la generosità e le qualità umane di Paolo Brigadue. Ma il portalettere era stimato anche dalle centinaia di cittadini a cui ogni giorno, sotto la neve o con il caldo torrido, consegnava la corrispondenza.
Lorenzo Decarli, sindacalista della Uilposte e membro del Coordinamento provinciale sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, esprime il suo cordoglio alla famiglia di Brigadue. «Questo lutto così improvviso - aggiunge - impone una riflessione più generale sulle condizioni di lavoro dei portalettere, che venerdì, come per buona parte dell'estate, sono costretti a lavorare per strada con dispositivi di sicurezza inadeguati al grande caldo. Non possiamo utilizzare calzoni corti, ma dobbiamo indossare giubbetti ad alta visibilità tutti di nylon che a certe temperatura si fa una gran fatica ad indossare».

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