Inaugurazione dell'anno giudiziario: Trentino promosso, critiche alla politica nazionale

«Anche quest’anno, una valutazione d’insieme del lavoro svolto e dei risultati ottenuti induce a ritenere complessivamente soddisfacente, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, l’andamento locale della giurisdizione in linea con quanto rilevato negli anni precedenti, pur in un panorama nazionale sempre incerto.

Il mantenimento di questo ormai abituale livello del servizio giustizia nel distretto di Trento - pur in presenza di qualche criticità - è frutto del costante e qualificato impegno di magistrati e personale amministrativo, nonchè della spiccata capacità di adottare opportuni correttivi gestionali (variazioni tabellari, accorpamenti di cancellerie, continua mobilità del personale, ridistribuzione dei carichi lavorativi, eccetera) e prassi virtuose per fronteggiare emergenze o contingenti situazioni di difficoltà».

Questo il quadro della giustizia in regione, tracciato stamani dal presidente della Corte d’appello di Trento, Carlo Maria Grillo, all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Trento.
«Anche per l’anno giudiziario in esame quindi - ha proseguito - gli uffici del distretto si sono distinti per l’efficienza, il contenimento della durata dei procedimenti, il tendenziale rispetto dei termini della trattazione e del deposito delle sentenze e dei provvedimenti in genere. La laboriosità ed il costante impegno dei magistrati, egregiamente supportati dal personale amministrativo, come si diceva, gli ottimi rapporti con il Foro improntati alla massima e trasparente collaborazione nel rigoroso rispetto dei ruoli, l’estrema affidabilità delle Forze di polizia, hanno consentito di raggiungere, nel contesto di un accettabile rapporto tra carichi di lavoro e piante organiche, risultati senz’altro lusinghieri.
Non esistono arretrati apprezzabili da smaltire e i tempi generalmente brevi di definizione degli affari assicurano di norma nel nostro distretto la tanto auspicata ‘ragionevole durata del processò- Al gratificante apprezzamento da parte degli utenti del Foro si uniscono gli esiti largamente positivi dei raffronti con altre realtà del Paese».

Nelle considerazioni introduttive all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Trento, Grillo e il procuratore generale Giovanni Pescarzoli hanno manifestato una critica verso i provvedimenti di riforma della giustizia fin qui adottati: «La risposta normativa specifica ai gravissimi problemi che da tempo affliggono la giustizia italiana è, ancora una volta, assolutamente adeguata e deludente. Si procede per tentativi, con provvedimenti normativi in genere emergenziali, spesso frammentari o di carattere settoriale, con finalità soprattutto riparatorie in un’ottica di sopravvivenza, per cercare di limitare i danni e evitare gli strali europei, ma senza una valida programmazione, una visione d’insieme, senza un serio impianto strutturale che comporterebbe scelte politiche(e relativi impegni di spesa) tanto forti e decise quanto impopolari».

«Ma la cosa più grave che s’intende segnalare e stigmatizzare - ha aggiunto Grillo - è che, per la prima volta nella nostra storia repubblicana, per nascondere una serie di scelte normative inadeguate o comunque improduttive degli effetti sperati, e prendere quindi preventivamente le distanze da prevedibili insuccessi, si è cercato e si cerca - utilizzando ogni possibile mezzo di comunicazione di massa - di scaricare la colpa del malfunzionamento della giustizia italiana sulla neghittosità e ignavia dei magistrati, peraltro varando - per rafforzare tale tendenziosa prospettazione - leggi punitive nei loro confronti.

Per la prima volta i magistrati italiani si sono visti costretti, per informare i cittadini sugli esatti termini del problema e tutelarli da una massiccia disinformazione, a comprare pagine dei quotidiani più diffusi per pubblicare i risultati ufficiali cui è pervenuta la Commissione europea per l’efficienza della giustizia, secondo la quale proprio i magistrati italiani sono classificati da anni ai primi posti nel nostro continente per quanto concerne la produttività».

In questo senso Grillo ha parlato dell’inaugurazione dell’anno giudiziario come «meno utile nella parte propositiva generale, astrattamente anch’essa importante, in cui il presidente della Corte suprema prima e i capi delle Corti d’appello immediatamente dopo evidenziano le esigenze concrete della giustizia, prospettando eventuali soluzioni e suggeriscono le vie da percorrere. Molto raramente infatti tali meditati input sono serviti finora a qualcosa».

Pescarzoli ha puntato inoltre il dito sulla «riduzione dell’età pensionabile senza un progetto d’insieme che salvaguardasse l’integrità degli organici», sulla decretazione d’urgenza «che non mancherà di dare luogo a interpretazioni discordanti», oltre che sulla «latitanza del Parlamento sulle riforme», e sulla «costante minaccia di sanzioni, che ispira il tema della responsabilità civile dei magistrati».

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