Borgonovo Re attacca

Non accenna a diminuire la polemica che si trascina ormai da alcune settimane all'interno della giunta provinciale sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero trentino. Il progetto portato avanti dall'assessora alla Salute, Donata Borgonovo Re, è stato ampiamente criticato da alcuni colleghi di giunta. Proprio ieri l'assessore all'Urbanistica Mauro Gilmozzi (Upt), non a caso già sindaco di Cavalese dove il piano prevede lo stop al punto nascita, dalle pagine dell'Adige ha lanciato un chiaro avvertimento: «Se lei insisterà nell'andare dritta sulla sua strada, senza darci risposte, noi quel provvedimento non lo voteremo»

di Giuseppe Fin

Non accenna a diminuire la polemica che si trascina ormai da alcune settimane all'interno della giunta provinciale sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero trentino. Il progetto portato avanti dall'assessora alla Salute, Donata Borgonovo Re, è stato ampiamente criticato da alcuni colleghi di giunta. Proprio ieri l'assessore all'Urbanistica Mauro Gilmozzi (Upt), non a caso già sindaco di Cavalese dove il piano prevede lo stop al punto nascita, dalle pagine dell'Adige ha lanciato un chiaro avvertimento: «Se lei insisterà nell'andare dritta sulla sua strada, senza darci risposte, noi quel provvedimento non lo voteremo».Borgonovo Re


Assessore Borgonovo Re cosa pensa delle ultime dichiarazioni che sono arrivate da un suo collega di giunta?


Stanno sconfessando se stessi perché il piano su cui si sta discutendo corrisponde a quello che metà della giunta aveva approvato nella scorsa legislatura. Abbiamo tenuto più incontri sulla rete territoriale ospedaliera rispetto a qualsiasi altro tema. Ci sono state quattro Giunte per raccontarci il piano di miglioramento approvato nel luglio 2013. Guardi, è una cosa al limite dello sconforto.


Vuol dire che non hanno discusso prima dell'approvazione?


Non so proprio cosa dire perché non penso siano cambiate le circostanze dallo scorso anno. Tra gli interventi più discussi e criticati ci sono le chiusure di punti nascita periferici. Sui punti nascita ci sarà una giunta ad hoc che mi auguro sia la prossima settimana. Si è deciso di tenere separata la questione dalla rete territoriale ospedaliera. Nessuno ha parlato di tagli ma sui punti nascita la discussione parte da visioni diverse. Ci sono dei colleghi che ritengono che questo debba essere considerato un servizio di prossimità. Io non ritengo che si tratti di un servizio di prossimità ma che richieda di una forte specializzazione.


L'assessore Gilmozzi dice che il piano di miglioramento «non è la Bibbia» e che «lo ha fatto l'Azienda non la giunta» ritenendo che quella presentata sia «una proposta basata sulla spesa e non sulla qualità del servizio».


È vero che il piano è stato adottato dall'Azienda sanitaria ma le direttive, gli indirizzi strategici, erano stati dati dalla giunta. E' stata quest'ultima a dire che nel triennio l'azienda doveva arrivare a una riduzione della spesa di 46 milioni. Il nostro piano di miglioramento è la versione trentina della spending review che chiedeva lo Stato di adottare ed ha il compito di razionalizzare i servizi e renderli più efficaci e di qualità per la sostenibilità del sistema. Non si parla di tagli ma di ridefinizione di alcune funzioni in una dimensione di rete, dove il ruolo degli ospedali centrali è quello di forte specializzazione mentre il ruolo degli ospedali territoriali è quello di offrire servizi di prossimità.


Come pensa di rispondere alle critiche che stanno arrivando dai suoi colleghi?


La discussione sarà affrontata in giunta e in quell'occasione risponderò ai miei colleghi. L'impegno della giunta sarà di trovare una mediazione tra i diversi punti di vista. Il mio obiettivo è quello di offrire ai cittadini la migliore qualità dei servizi con costi adeguati.

 

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