Dalla materna al liceo  si impara a zappare

Il prossimo anno l'intera valle avrà a disposizione una sorta di esercito giovanile di contadini. Un ritorno al passato, con la terra protagonista, che premia gli sforzi della Comunità della Valle di Non di investire in una formazione atavica ma fondamentale per sconfiggere l'idea di plastica e cemento figlia della modernità. Il progetto si chiama «Orti a scuola» ed è partito lo scorso anno con il coinvolgimento dei docenti e di alcune classi

di Nicola Guarnieri - NO

01F001.JPGVAL DI NON - Il prossimo anno l'intera valle avrà a disposizione una sorta di esercito giovanile di contadini. Un ritorno al passato, con la terra protagonista, che premia gli sforzi della Comunità della Valle di Non di investire in una formazione atavica ma fondamentale per sconfiggere l'idea di plastica e cemento figlia della modernità.
Il progetto si chiama «Orti a scuola» ed è partito lo scorso anno con il coinvolgimento dei docenti e di alcune classi. L'approccio con la nuova-vecchia materia è stato così entusiasmante che adesso è stato allargato a tutti gli istituti di ogni ordine e grado, dalle scuole d'infanzia alle superiori, trasformando in apprendisti agricoltori, insegnanti a parte, tutti i ragazzi nonesi dai 3 ai 19 anni, quasi 4 mila aspiranti coltivatori diretti, che si tratti di orto o di frutta poco importa.
Entusiasta della risposta del, diciamo così, pubblico è soprattutto Laura Cretti , docente e assessore alle politiche giovanili della Comunità di Valle: «Quest'anno tutte le scuole che hanno partecipato alla prima esperienza si sono ricandidate per essere protagoniste del secondo ciclo di lezioni e anche gli altri istituti, che in un primo momento erano rimasti fuori, hanno chiesto di aderire all'iniziativa. È merito soprattutto del passaparola, frutto dell'entusiasmo del primo ciclo, che ha fatto da ottimo veicolo promozionale. Oltre ai ragazzi, però, stavolta saranno coinvolti anche i genitori con serate a tema e affiancamento agli studenti».
Se il primo approccio con «Orti a scuola» è stato più teorico, il bis punta decisamente sulla pratica.
«Quest'anno ci saranno più laboratori, interventi concreti sulla realizzazione vera e propria di un orto. Fa comunque piacere vedere che l'esperienza è piaciuta molto: mettere le mani nella terra, capire la magia della Natura che restituisce di più di quello che si dà è un messaggio che è stato recepito da grandi e piccini. Coltivare gli orti, in altre parole piace».
La particolarità del progetto, tra l'altro, risiede nella scelta del sistema biologico. Perché «pulito» è bello, senza additivi chimici addirittura meglio. E in cantiere, per cercare di trasformare quello che molti potrebbero vedere come hobby in professione, c'è pure l'organizzazione in valle di mercatini nelle piazze con vendita dei prodotti coltivati nelle scuole nonese.
Un ritorno alle origini, si diceva. E la scuola, per una volta, non si limita a insegnare italiano, storia, matematica ma a coltivare un orto, a lavorare la terra, a seminare e a mangiare i frutti della Natura. Una duplice funzione visto che verdure e ortaggi spesso faticano ad entrare nei piatti dei più giovani. Un modo, quindi, per contribuire ad un'alimentazione corretta e più sana, altro progetto per altro portato avanti proprio da Laura Cretti.
Di pari passo, non a caso, va avanti l'investimento sull'alimentazione controllata nelle 19 mense scolastiche della Val di Non. La gestione del menù è stata ancora una volta affidata alla cooperativa «Cir Food» che, assieme a genitori ed educatori, dovrà regolare le abitudini alimentari degli alunni nel rispetto di sani valori nutrizionali sposando al contempo l'incontro perfetto con il gusto del «mangiatore», il bambino appunto.

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