Arriva la sessione invernale, ma alla Buc ci sono 100 posti in meno

Arriva la sessione invernale, ma alla Buc ci sono 100 posti in meno

di Francesco Contini

Mancanza di personale. Questo è il motivo che ha portato l’ateneo alla chiusura anticipata di tre sale studio della biblioteca universitaria centrale delle Albere. Si tratta di 124 postazioni in meno – più d’un quarto di posti – a partire dalle otto e, soprattutto, in tutto il week-end. Inoltre, si legge nella nota sul sito della biblioteca, occorre «adeguare l’uso degli spazi al flusso dei lettori».

La chiusura anticipata delle tre sale ha portato a un sentito disagio. D’altronde, è proprio durante il week-end, soprattutto il sabato mattina, che si ha il maggior concentramento d’utenti alla Buc. Chi arriva già dopo le dieci non riesce più a trovare una postazione libera, per quanto possa essere minuziosa la ricerca tra le sale rimaste aperte. L’alternativa, pertanto, è quella d’occupare le postazioni destinate alla consultazione dei cataloghi o studiare fuori dalle sale, oppure spostarsi in un’altra delle poche sedi aperte al week-end.

Il problema, spiegano alla reception, non è la carenza di dipendenti: «per tenere aperta tutta questa struttura devono esserci almeno otto persone che si occupano della sicurezza, perché, in caso succedesse qualcosa, noi siamo il personale addetto a intervenire, e, se il personale non c’è e la biblioteca è piena, l’emergenza non sarà gestita in maniera corretta. Durante la settimana ci sono gli uffici aperti, che contano come personale. La sera e il week-end – concludono alla reception – no». Consegue che, se a vigilare non sono in otto addetti, dev’essere gestita l’affluenza.

«L’ateneo cercherà d’ovviare alla carenza di posti studio con l’apertura di nuove sale studio in zona centro, magari presso le stesse facoltà», spiega il responsabile della biblioteca, il prof. Vittorio Carrara. Interpellato sulla possibilità di sospendere la chiusura nel week-end delle aule almeno in vista della prossimità della sessione invernale degli esami, risponde: «Questa è la situazione adesso, poi tutto può succedere». L’amministrazione, tuttavia, è intenzionata ad aprire spazi che siano solo esterni alla biblioteca. D’altronde, fa chiarezza il responsabile: «la domanda è avere posti di studio, questa però è una biblioteca, non una sala studio». «Il problema è che – prosegue –,­­ la Buc è troppo bella e la gente vuole venire qua, ma l’esigenza è quella di avere un posto di studio».
La scelta, ovviamente, non è condivisa dagli studenti. «Penso che sia un grande peccato, soprattutto in questo periodo», si esprime un utente. «A Trento non c’è molto da fare al week-end – provoca una studentessa –, per cui studio anche il sabato e la domenica, ma devo riuscire a trovare un posto in cui stare». C’è anche chi intravvede nella decisione dell’ateneo piccole difficoltà nell’efficienza, arrivando addirittura a estremizzare che «è il mondo che sta cambiando: non bisogna farsi illusioni». Resta prevalente l’opinione di chi comprende i motivi, ma al contempo chiede la garanzia d’un rimedio: «Ci può stare come scelta, sono anche questioni di risparmio. Credo che però debbano aprire alti posti in alternativa».

Tuttavia, se è vero che, come ha sottolineato più volte il prof. Carrara, la domanda è una sala studio, è altrettanto innegabile che la Buc continua ad avere il suo fascino: «Qualche volta sono andato in via Verdi, ma mi trovo meglio in Buc – spiega uno studente –. La luce e i libri intorno; può essere che tu abbia il bisogno di un libro e lo puoi prendere subito». Effettivamente, lo spazio della Buc sembra molto più confortevole agli studenti, che hanno tutte le molteplici comodità accentrate nella biblioteca, tra le quali proprio la possibilità di poter accedere immediatamente ai libri e ai periodici. Questo servizio, però, è un’esclusiva della biblioteca rispetto alle sale studio e risponde alle esigenze non solo di chi, con dedizione e diligenza, vuole approfondire i suoi studi sui manuali e i suoi appunti, ma soprattutto di chi sta conducendo le ricerche per le tesi, ossia di chi realmente ha la necessità di stare in biblioteca, in contatto con quanti più libri possibili, anche al week-end.

Inaugurare una nuova sala studio o aprire anche le facoltà del centro sarebbe un importante primo passo. Ma, considerata l’ampia preferenza per la Buc, si potrebbe tenere in considerazione, affinché possa restare integralmente aperta anche al week-end, di coinvolgere concretamente gli stessi studenti, attraverso le attività di collaborazioni con l’ateneo a tempo parziale.
È difficile, se non impensabile, insomma, che non si riesca a trovare un compromesso che soddisfi le richieste degli studenti.

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