Ictus, prevenire è meglio che curare

Ictus, prevenire è meglio che curare

di Daniele Orlandi

L’ictus cerebrale è una problematica neurologica che nella penisola italiana rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Ogni anno, sono circa 200 mila gli italiani colpiti, portando l’incidenza media ad un numero di circa 220 casi ogni 100.000 abitanti.

Tra i maggiori fattori di rischio (non modificabili) individuati dagli studi epidemiologici troviamo: l’appartenenza al genere maschile, predisposizione familiare e l’invecchiamento.

Quest’ultimo è considerato come la causa principale. Il compimento dei 65 anni è identificato come soglia di criticità, infatti il 75% dei casi sono diagnosticati al di sopra di questa fascia d’età.

Tra i fattori di rischio modificabili è possibile annoverare: ipertensione, fibrillazione atriale, diabete mellito, sovrappeso (obesità), ipercolesterolemia, sedentarietà, fumo e abuso di alcol, cardiopatie, emicrania, pillola estroprogestinica.

Negli ultimi anni è diventato sempre più evidente che anche lo stress può contribuire all’insorgenza dell’ictus cerebrale in quanto favorisce la disfunzione del ritmo cardiaco e l’aggregazione di piastrine.

Per tanto, una corretta alimentazione, attività fisica, riduzione di ansia e stress, niente fumo, poco alcol, controlli periodici e mirati possono far sì che la prevenzione abbia un’elevata efficacia. In questo frangente, per comprendere quali comportamenti è meglio adottare, si consiglia sempre di contattare i professionisti del settore, quali: medici, nutrizionisti e psicologi.

Aprile è il mese della prevenzione e sensibilizzazione per la lotta all’Ictus. In Italia, tra le associazioni più attive si può far riferimento all’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale - A.L.I.Ce. Italia Onlus, che quest’anno celebra 20 anni di impegno sul territorio nazionale.

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