Sport, scuola, lavoro, famiglia come affrontarli: con il cuore o con la testa?

Sport, scuola, lavoro, famiglia come affrontarli: con il cuore o con la testa?

di Michele de Matthaeis

Ricordo la difficoltà ai tempi dell’università a coniugare studio e svago. Dopo intensi mesi di studio, chiusi in biblioteca o nelle aule di lezione arrivava la tanto temuta «sessione di esami». Si ripresentava inesorabile tutti gli anni: subito dopo le vacanze di Natale e prima delle tanto ambite vacanze estive: sembravano pensate apposta per rovinare il divertimento.

Spesso la tensione creata dall’imminente scadenza provocava un conflitto interno che convergeva in bassa motivazione, irritabilità, insicurezza e necessità di creare un pensiero alternativo che spesso si traduceva in una scarsa prestazione in cui era difficile esprimere il reale potenziale e non permetteva di godere a pieno dei momenti di relax.

Questo tipo di pensiero-comportamento è un esempio di come il nostro cervello può funzionare: possiamo ritrovare questa modalità in diversi ambiti della vita quotidiana con conseguenze negative se non viene modificata attraverso un equilibrio tra i momenti che richiedono un certo impegno-stress (studio, lavoro, impegni familiari e sport) e momenti di rilassamento (serate in compagnia, pause durante la giornata, corretta alimentazione e qualità del sonno).

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Ma è possibile ottimizzare la gestione dei momenti stressanti durante la giornata e riportare il nostro organismo all’equilibrio con le strategie corrette? Certo che si!

Gli eventi percepiti stressanti a livello mentale sono compensati a livello fisico da un aumento della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria, rilascio di ormoni, neurotrasmettitori e altre sostanze chimiche che possono attivare le reazioni istintive tipiche degli strati più antichi del nostro cervello come impulsività, aggressività e non curanza delle regole.

Perfino lo sport è un evento stressante che toglie energie al nostro corpo, ma se viene favorito un corretto recupero, per un effetto di «rimbalzo» l’organismo tornerà ad un livello di energia addirittura superiore a quello iniziale creando una maggiore sensazione di benessere e con un aumento di motivazione.

L’esercizio più semplice da mettere in atto per favorire il recupero è la respirazione diaframmatica: una respirazione lenta, che inizia con l’inspirazione attraverso il naso e consiste nel gonfiare dolcemente l’addome mentre il torace rimane fermo. L’espirazione invece consiste nel far uscire per un tempo più lungo l’aria dalla bocca, sgonfiando nello stesso tempo l’addome. Per evitare l’iperventilazione è consigliata una breve pausa tra i due momenti respiratori.

L’obiettivo è eseguire l’esercizio in maniera naturale e automatica senza sforzo: ovviamente questo esercizio dovrebbe provocare uno stato piacevole di benessere psico-fisico.

Questo esercizio permette di allenare la sincronia tra l’attività del nostro cuore e del nostro cervello che sono gli organi alla base degli adattamenti dell’organismo a cui si associano cambiamenti di pressione arteriosa, temperatura, sudorazione e funzionamento muscolare.

Da quanto esposto sopra, emerge l’importanza di rendere consapevoli e insegnare alle persone di qualsiasi fascia di età degli esercizi in grado di favorire un maggiore equilibrio psicofisiologico e un processo di autoregolazione in grado di aiutare le persone ad adattarsi in maniera più funzionale alla vita quotidiana che negli ultimi decenni sta diventando sempre più frenetica e «stressante».

Per divulgare questa conoscenza e promuovere un maggiore stato di benessere è stato strutturato un ciclo di 4 incontri per imparare e sperimentare alcuni esercizi di recupero funzionale tutti i mercoledì a partire dal 15 marzo 2017 per la durata di un mese alle ore 18.30-19.30 a Trento e alle ore 20.30-21.30 a Rovereto.

Per maggiori informazioni michele@bfbsport.it

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