Arricchire il mondo di umanità

di Giancarlo Bregantini

Un'opera, un'azione, una scelta conta veramente quando essa va ad arricchire il patrimonio umano. Mai come ora il mondo lo esige. Una volta si parlava di malcostume. Di militarismi morali. Oggi la corruzione trova altri armadi per andare in giro camuffata e talvolta così ben vestita da sembrare altro. Ha abbattuto lo steccato dell'anormalità e va camminando per strade di abitudine. Travalicando ogni confine della decenza, della tollerabilità. 
In un poema, il pensatore Newman ci offre la metrica della vera libertà da essa: «Negatemi la ricchezza, - scriveva - e allontanate da me, ben lungi da me, l'esca del potere e della fama. La speranza cresce nella prova, l'amore nella debolezza, e la fede in ciò che il mondo chiama disonore». Se pensiamo a quanti svolgono i propri compiti oziando, senza spirito di missione, subito capiamo le cause del disfacimento della nostra società. Poter sudare il proprio pane è il vero privilegio in mezzo a tanti che se lo ritrovano sulle proprie scrivanie con uno schiocco di dita. Magie? 

No, solo trucchetti di potere illegale, abusato, contaminato. La dignità di una coscienza onesta resta il principio costituivo della civiltà. Penso che la vera e grave dittatura oggi sia il cosiddetto «guadagno facile», quel pozzo senza fondo di inequità, come ricorda il Papa, che schiaccia i poveri. In particolare oggi che è la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato! Ci invita ad aprire gli occhi sul problema della decadimento mondiale. Perciò, come non invocare la rivolta della Giustizia per tutti gli innocenti della terra!  Se solo potessimo strappare dagli abissi dei nostri mari tutti quei fratelli che sono stati inghiottiti dai flutti, mentre scappavano dai loro paesi in guerra! Non basta accoglierli, dopo, quando finalmente, stremati, riescono ad approdare alla terra ferma. È urgente invece agire prima, per impedire che muoiano nel tremendo viaggio! Nessuna speranza va tradita. Nessuno deve sentirsi estraneo e scartato. Perché, quando nasciamo, tutti partecipiamo allo stesso mondo. 
Sotto il cielo di questa innocenza ferita, in questi giorni ci commuove l'episodio del bimbo cinese Wang Manfu, di soli dieci anni, arrivato a scuola con i capelli e le ciglia ghiacciate, dopo aver camminato per quattro kilometri nella neve, ad una temperatura gelida di dieci sotto lo zero. Per raggiungere la sua scuola il piccolo «fiocco di neve» (come lo hanno battezzato simpaticamente i suoi compagni di classe) non si è arreso davanti al freddo, alla strada così lunga. Abitando in una zona periferica dello Yunnan, Manfu ha trovato il coraggio di affrontare il pericolo per la passione e l'amore dei suoi studi. Già pienamente responsabile del suo compito. Più di tanti adulti che subito, alle prime difficoltà, si danno per vinti. Quella che per molti sarebbe apparsa subito come la fine, per il bimbo cinese è diventata il fine! Sì, lo scopo della sua eroica obbedienza.  

Infatti, pur venendo da condizioni di vita disagiate e di miseria, lui non si è lasciato vincere nemmeno dalla neve. Né dagli sguardi di pietra di un mondo stanco, prima ancora di cominciare, lagnoso, che non si spende mai per cause vere di bene sociale. Anzi, si beffa di euforie arroganti contro i deboli pur di sentirsi grande e sazio. Quante incrostazioni di umanità smarrita e negata. Basti pensare alla cifra colossale spesa, milione su milione, da una grande squadra spagnola per comprare un famoso giocatore! Nessuno si è scandalizzato, di tale inequità. Nessuno ha gridato allo scandalo di fronte alle scene, terribili, di miseria nel mondo e nelle nostre terre. Fa invece notizia e ci si scandalizza per le spese - molto contenute - del viaggio di papa Francesco in Cile!
Ciò che ci viene chiesto è tornare a scaldare il cuore del nostro mondo, con gli stessi abbracci di stupore e di amore con i quali le maestre hanno riscaldato Wang Manfu. L'attenzione all'altro abbia sempre la priorità. E allora, ogni migrante si sentirà di casa, ovunque approdi!

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