Caso Bici Grill, un autogol del Comune e un'occasione persa

Il caso Bici Grill

di Leonardo Pontalti

La cosa più triste, nel caso del Bici Grill scoppiato qualche giorno fa, dopo lo stop imposto dal Comune alle partecipate serate del mercoledì, forse sta semplicemente nel fatto che lo sapevano tutti, che alla fine sarebbe andata così.  

Non che a Trento abbiano tutti la palla di cristallo: semplicemente il tenore delle chiacchiere tra amici in città era, da un pezzo, bene o male questo: «Visto che bel posto? Visto che finalmente c'è un locale dove ci si può ritrovare senza disturbare nessuno?» «Sì, ma vedrai che troveranno qualche cosa, vedrai che non dura».  

Puntualmente, la profezia si è avverata. Ed il problema è proprio questo. Perché sembra ormai impossibile, a Trento, riuscire a trovare spazi per l'intrattenimento, la socialità conviviale, il divertimento.  

La lista delle vittime di questa situazione è lunga. Mi limiterò a citare quella che fino a qualche giorno fa occupava il primo posto della mia persona top ten delle assurdità cittadine sul tema: lo stop che era stato imposto anni fa alle feste alle Albere, in nome della tranquillità di non si sa bene chi, dato che il prato su cui oggi si affaccia il Muse (allora solo nella mente di Renzo Piano, o forse neanche, dato che l'incarico non gli era ancora stato affidato) confinava con, nell'ordine, palazzo delle Albere, Briamasco, Adigetto, Ferrovia e cimitero.  

Ebbene, questo primato di severità amministrativa fino ad ora imbattuto, è stato spazzato via ora dal caso Bici Grill. Con un'amministrazione comunale che stoppa l'attività di coloro i quali avevano non solo dato vita ad un'occasione in più per ritrovarsi, a disposizione di giovani e meno giovani della città, ma che avevano soprattutto tolto al Comune una bella castagna dal fuoco: quello della movida infrasettimanale. Che aveva ormai stabilmente traslocato in periferia, con la soddisfazione di tutti.  

Ebbene, non sia mai. Inizialmente, sono emerse ragioni di sicurezza a motivare lo stop: l'area del Bici Grill, separata dall'aeroporto di Mattarello solo da un frutteto - peraltro dall'estensione tutt'altro che esigua - ricadrebbe infatti in aree in cui i parametri dell'Enac non prevedono la possibilità di assembramenti di persone.  

Una ragione seria, per carità. Peccato che all'aeroporto di Mattarello il traffico aereo, soprattutto alla sera, sia limitato ai voli dell'elicottero dei vigili del fuoco permanenti. Che solcano la porzione di cielo sopra il Bici Grill anche di giorno. Dunque - seppur mi debba professare ignorante in materia di aviazione civile e norme di sicurezza connesse - immagino che se il problema sia di sicurezza, lo sia 24 ore al giorno e allora semplicemente il Bici Grill non doveva essere costruito lì. Ma dire che il pericolo c'è solo di sera e con la presenza di un un numero superiore a X persone (e dirlo soprattutto dopo due anni dalla partenza delle serate del mercoledì), non può che puzzare un po' di pretesto.  

Ma la cosa ancora più grave è che quello della sicurezza dell'area è solo il minore dei problemi. Parlando con l'amministrazione comunale è emerso infatti come «quella sia solo una delle questioni problematiche». E quali, le altre?: «Sono stati rilevati abusi - si spiega - come ad esempio la costruzione di casette in legno su area agricola». La casetta che ornava il prato davanti al Bici Grill e che è stata rimossa da qualche mese era dunque un problema. Magari da risolvere con una sanzione, o con un incontro con i titolari?  

Ma ancora, e qui veniamo al dunque. Parlando con il Comune emerge come il vero problema sia questo: «Il via libera alla costruzione del Bici Grill è stato dato affinché la struttura si occupi di ristorazione e assistenza a servizio della viabilità ciclo pedonale». Dunque il problema è che il Bici Grill non stava facendo quello che doveva fare, spiega il Comune.  

Non stava facendo quello che doveva fare in base agli accordi presi, d'accordo. Ma il Bici Grill si era trasformato in un punto d'aggregazione (utilizzato anche dal Pd del sindaco Andreatta, come si vede nella foto in basso, per presentare i candidati alle ultime elezioni: non risulta tutti siano giunti in via Lidorno in bici o a piedi e dunque abbiano usufruito della struttura come utenti della viabilità ciclo pedonale) che aveva soprattutto risolto un grave problema. Aveva permesso alla movida di tenersi in città senza che questo creasse problemi come accade in questa città da lustri e lustri.  

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Dunque, rimaniamo in attesa di poter capire se davvero quello del Bici Grill sia un problema di sicurezza (fino ad ora snobbato, facendo correre dunque gravi rischi per mesi a centinaia di cittadini negli ultimi due anni?) o invece soprattutto di precise scelte di un'amministrazione che ha deciso di privilegiare aspetti burocratici modificabili, rispetto alla salvaguardia di occasioni e situazioni che avevano permesso di arricchire l'offerta della città risolvendone un problema.

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