L'A22 passi alle due province

L'A22 passi alle due province

di Lorenzo Dellai

Leggo che la questione Autobrennero sembra complicarsi.

Conosco bene la complessità della partita ed è per questo che ritengo necessario uno sforzo costruttivo da parte di tutti. Al di là delle legittime - e per me irriducibili - lontananze politiche e culturali rispetto a chi oggi ha il mandato popolare di governare il Trentino. Ci sono diversi punti ancora poco chiari e forieri di preoccupazione: ne ho fatto qualche cenno qualche giorno fa proprio su questo giornale.

Uno su tutti però mi sembra oggi prevalere: la società «in house» di cui si sta parlando sarà di fatto controllata dallo Stato oppure dagli enti pubblici del territorio, detentori delle quote azionarie?
Sembra di capire - anche dalle recenti dichiarazioni del Ministro Fraccaro - che stia prevalendo la prima ipotesi. Sembra inoltre di capire che Roma invochi, per giustificare questa prospettiva, la questione del cosiddetto «controllo analogo». In sostanza, andrebbe bene una società «in house», abilitata cioè a gestire la concessione senza procedura di gara, ma tale società dovrebbe essere di fatto controllata dall’Ente Pubblico titolare del diritto a rilasciare la concessione: in questo caso, lo Stato.
Si tratta di una vecchia problematica, da sempre utilizzata dalle strutture ministeriali per mettere in difficoltà il disegno di una gestione autonomistica dell’infrastruttura.

Con il precedente Governo Nazionale sembrava che si fossero trovate le modalità per superare questo ostacolo. Pare che oggi non sia più così. Dunque, occorre che Trento e Bolzano rilancino, perché la prospettiva di una «in house» formalmente in mano ai territori ma di fatto soggetta ai poteri statali non merita di essere presa in considerazione. C’è un solo modo per farlo: rivendicare la titolarità del rilascio della concessione in capo alle due Province Autonome, di concerto ovviamente con le altre due Regioni italiane interessate, cioè Veneto ed Emilia Romagna. L’ordinamento giuridico italiano lo consente.

Per Trento e Bolzano si potrebbe prevedere una Norma di Attuazione dello Statuto, che potrebbe essere adottata con procedura di urgenza (o attraverso la Commissione Dei Dodici in scadenza, che mi onoro di aver presieduto, se ciò fosse giuridicamente possibile, oppure - meglio, ovviamente - accelerando la nomina della Nuova Commissione).
Per Veneto ed Emilia Romagna, utilizzando quanto previsto dalle Leggi (e dal Titolo V della Costituzione) in materia di specializzazione delle competenze delle Regioni Ordinarie.
In sostanza, si tratterebbe di delegare da parte dello Stato la funzione concessoria alle Province Autonome e alle Regioni interessate dalla infrastruttura autostradale, ovviamente sulla base di una intesa di carattere generale che dovrebbe contemplare la necessità di un accordo con lo Stato simile a quanto già oggi Autobrennero deve concordare con Anas. Questa strada risolverebbe alla radice le questioni problematiche oggi in discussione e rilancerebbe l’antica idea di una responsabilità condivisa su tutta la partita del Corridoio Multifunzionale del Brennero. Fondo Ferrovia compreso. È una proposta costruttiva che mi sento oggi di rilanciare a chi ha la responsabilità di assumere le decisioni.

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