Valdastico, noi tenuti all'oscuro

Valdastico, noi tenuti all'oscuro

di Elisabetta Wolf

Negli ultimi tempi sono apparsi sull’Adige diversi interventi a favore della realizzazione del prolungamento dell’autostrada A31 da Piovene Rocchette fino alla A22 del Brennero e collegamento con la SS47 della Valsugana.

Un’opera che, come sottolineano i titoli, sarebbe giustificata anche dalla messa in sicurezza del lago di Caldonazzo.
Ma la «salvaguardia del lago» perseguita con una bretella che collega la Valsugana attraverso la Valle del Centa sarebbe un’opera altamente impattante, sia che la si realizzi con imponenti viadotti che distruggerebbero il delicato ecosistema di una delle ultime valli del Trentino non intaccate dal punto di vista paesaggistico, sia che la si realizzi con imponenti tunnel che rischiano di compromettere l’approvvigionamento idrico. Come amministratori locali siamo preoccupati e non ci viene dato a sapere nulla.

Intanto nel testo del Comitato paritetico la Provincia di Trento ha già dato indicazioni allo sviluppo di un progetto che preveda: un corridoio di collegamento viario tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige; un’ottimizzazione dei collegamenti tra la SS 47 della Valsugana e la SS 12 del Brennero in provincia di Trento in prossimità della località Mattarello; un efficientamento dei collegamenti che percorrono la Valsugana in territorio veneto che prevedano interventi sulla SS 47 della Valsugana con alleggerimento nel tratto Laghi - Trento Nord.

L’accordo, al di là delle necessarie verifiche progettuali, è già dunque quello di una superstrada che esca in prossimità Mattarello e nella Valle del Centa con un’ipotetica «Uscita Laghi».

Sottolineo che la progettazione di un’opera così impattante, richiesta dalla Provincia Autonoma di Trento, avrebbe dovuto essere preceduta da una fase di coinvolgimento delle comunità interessate, di informazione delle stesse e di confronto con i Comuni. Informazione e confronto chiesti a gran voce dai Consigli comunali dei Comuni interessati, ma che non ci sono mai stati.

Eppure dallo studio dei flussi di traffico è emerso che dei 20.000 veicoli in transito sulla SS 47 in prossimità di Trento, solo il 10% proviene dal Veneto mentre il residuo è traffico locale. I problemi della SS 47 in Bassa Valsugana non saranno certo risolti dalla bretella Valsugana - Trento via Valdastico, anzi temo che i veneti saranno incentivati ad imboccare la Valsugana a Bassano se ci sarà un veloce collegamento con l’Autobrennero all’altezza di Levico Terme.

Inoltre è vero che molto traffico diretto verso Trento verrà dirottato sulla bretella e quindi non passerà lungo le sponde del Lago di Caldonazzo in direzione Nord, ma è altrettanto probabile che vi sarà un’intensificazione del traffico verso sud dalla zona di Pergine, Pinetano e Valle dei Mocheni verso la bretella, Trento sud e Rovereto; quindi le sponde del lago saranno sempre a rischio e verranno di fatto annullati gli obiettivi della salvaguardia del lago.

Pertanto prima di chiedere a gran voce il collegamento con il Veneto, credo che qualche studio sulle direttrici di traffico dovrebbe essere realizzato e presentato, come pure dovrebbero essere presentate approfondite analisi idrogeologiche al fine di mappare le risorse idriche ed evitare lo sprofondamento della falda acquifera, così come servirebbe qualche rassicurazione in merito ai fumi di scarico, terre da scavo e ipotesi di tracciato, svincoli, eccetera.

Preoccupa e non poco non sapere nulla sul sistema di smaltimento dei fumi e vorremmo uno studio preciso sull’effetto della fuoriuscita di fumi di due gallerie in pendenza alle spalle dell’abitato di Caldonazzo, avere garanzie che non intaccheranno il nostro sistema ambientale.
Vorremmo sapere come saranno gestiti e dove saranno accumulati i metri cubi di terra per lo scavo. Sarebbe da evitare ai turisti che passano le loro ferie sulle sponde del Lago di Caldonazzo, lo spettacolo di montagne di detriti che oggi si vede in prossimità del tunnel del Brennero.

Preoccupazioni valgono anche per eventuali viadotti tra i comuni di Calceranica e Bosentino per l’impatto paesaggistico ambientale e per l’occupazione di fondi agricoli, in particolare nella piana della Vigolana. Preoccupa anche avere la garanzia che una volta iniziata l’opera sarà finita e non terminerà in località Lastebasse in quanto tale ipotesi comporterebbe un aumento spaventoso di traffico veicolare e pesante su una viabilità di montagna già compromessa con tratti estremamente pericolosi e conseguente aumento dell’inquinamento, perdita di appetibilità turistica e aumento dei tempi di percorrenza della popolazione residente, già svantaggiata dalla situazione orografica.

In conclusione, parliamone, ma parliamone davvero non solo sul giornale  perché in tema di viabilità e di gestione del territorio non abbiamo nulla da imparare dal Veneto. È facile essere a favore di un’opera se non viene fatta a casa propria ma ricordiamoci che l’ambiente è una risorsa fondamentale per il nostro futuro.

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