E l'affluenza continua a scendere

E l'affluenza continua a scendere

di Pierangelo Giovanetti

La bella giornata di sole non ha certo agevolato l’affluenza alle urne, e nemmeno la chiusura anticipata alle 21 dei seggi. Ma il dato principale che esce dalle Comunali 2015 è un ulteriore, pesante, calo di partecipazione: meno 6 punti percentuali.
I votanti si sono fermati in Trentino al 63,7%. Nella città di Trento frequenza ancora più bassa, il 54,8%, a Riva del Garda il 57,7%. Rovereto qualcosa di più, con il 62,7%. In pesante flessione pure l’Alto Adige, dove i votanti sono scesi di oltre 7 punti, e a Bolzano ci si è fermati al 57,8%. Addirittura in alcuni comuni come Brez,  Mezzano, Roncegno e Samone la partecipazione è stata così scarsa che in un primo tempo si era pensato scattasse il commissariamento per il non raggiungimento del 50% più uno dei votanti, avendo quei comuni un solo candidato sindaco. Solo lo scorporo dei residenti emigrati ha scongiurato questa ipotesi (tranne che per Faedo che torna a votare).
Al di là della pessima scelta di anticipare la chiusura dei seggi alle 21, totalmente al di fuori delle abitudini consolidate specie in giornate quasi estive (decisione in futuro da rivedere assolutamente rimandando lo spoglio al giorno dopo), forte è il segnale di un sempre maggiore distacco dei cittadini dalla politica e dai propri amministratori. Certamente la vicenda dei vitalizi non ha giovato in questi mesi a riavvicinare gli elettori alle urne. E nemmeno la litigiosità estrema, non solo nella politica italiana ma anche in quella trentina, anche all’interno della stessa coalizione di maggioranza, che ha portato ad un rigetto perfino verso le elezioni.
Sarà compito primo dei nuovi amministratori comunali eletti recuperare tale distacco, riallacciare un filo diretto con i cittadini, favorire in ogni modo la partecipazione, ma soprattutto ricreare fiducia dimostrando concretezza di governo e capacità di affrontare i problemi, senza disperdersi in inutili fiumi di chiacchiere.
Come ha dimostrato anche la difficoltà a trovare candidati sindaci (tanto che in 39 comuni si è presentata una sola lista), c’è poi una questione di ruolo e di dignità degli amministratori che va recuperata, altrimenti si assisterà elezione dopo elezione ad un progressivo abbassarsi del livello e della qualità degli amministratori comunali, visto che saranno sempre meno i disposti ad accettare la sfida. La cattiva politica di questi ultimi decenni, e l’antipolitica che ne è esplosa di conseguenza, hanno portato ad un distacco non solo dei cittadini verso la pubblica amministrazione, ma anche di quanti fanno parte della classe dirigente di un territorio e di una comunità, rifuggendo la politica e l’assunzione di ruoli pubblici. Di conseguenza la difficoltà a trovare candidati, e soprattutto candidati sindaci di valore. E questo non è mai una buona notizia, perchè rischia, nel disimpegno generale, di lasciar campo libero agli estremismi più deteriori o a quanti intendono la politica soltanto come una sistemazione personale o patrimoniale.

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