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La curcuma? Non è solo una spezia

È ricca di principi attivi, in particolare la curcumina, che presentano importanti proprietà nutrizionali utilizzabili in medicina

di Fabio Diana

La curcuma (Curcuma longa) è una pianta di origine asiatica, dalla quale si ottiene una spezia molto utilizzata nella medicina tradizionale indiana e cinese. In cucina si utilizza come polvere, di colore arancione, estratta dalla radice. È ricca di principi attivi, in particolare la curcumina, che presentano importanti proprietà nutrizionali utilizzabili in medicina.

Come è accaduto per molte piante utilizzate in antichità, come il ginseng, lo zenzero, i funghi tipo reishi, la ricerca scientifica ha evidenziato le reali attività terapeutiche della curcuma.

Perché si parla così tanto della curcuma?

È la spezia più studiata al mondo, in quanto i suoi principi attivi sono efficaci sia nella prevenzione che nella terapia. Alcuni ricercatori si sono accorti di una diversa incidenza di malattie in zone in cui la curcuma veniva consumata regolarmente.

Quali sono le sue proprietà?

Quando si parla di proprietà della curcuma ci si riferisce di solito alla curcumina, il più conosciuto tra i suoi principi attivi. Presenta un’importante azione antinfiammatoria. Da qui il suo utilizzo, con risultati confermati da studi sull’uomo, sia nelle problematiche degenerative come l’artrosi, che in quelle infiammatorie come l’artrite. La ricerca medica ha evidenziato come le persone che assumevano curcuma riportavano una riduzione del dolore, con minore assunzione di farmaci antinfiammatori.

Il suo utilizzo si è altresì rilevato utile, anche in associazione ai farmaci, nella terapia delle malattie infiammatorie intestinali, in particolare nella rettocolite ulcerosa. Molto interessante anche la sua azione antidiabetica, che permette un maggior controllo della glicemia e un rallentamento dell’evoluzione del diabete tipo 2, cioè quello dell’adulto. Esiste una vasta presenza di studi che ne evidenziano l’azione antitumorale, con efficacia in diversi tipi di tumore, ad esempio pancreas, seno, colon, prostata, e melanoma. Interessanti gli studi che ne mettono in luce l’azione sulla gammopatia monoclonale di incerto significato, problematica molto diffusa che in una certa percentuale dei casi evolve nel mieloma multiplo.

Tra l’altro, l’associazione della curcuma, utilizzata nel modo corretto con i farmaci chemioterapici, è in grado di ridurre una serie di effetti collaterali, migliorando la qualità della vita dei pazienti. La curcuma è in grado di passare la barriera ematoencefalica, quindi di arrivare sino al cervello. Questo spiega la sua azione neuro protettiva. Recenti studi ne evidenziano l’efficacia nel rallentare o bloccare il declino cognitivo, presente in diverse malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Importante è inoltre l’azione antiossidante, superiore a quella di vitamina E o C, agendo come protettivo per le cellule dell’organismo. Come antidepressivo, ha determinato un miglioramento della sintomatologia nei pazienti. Molto promettente anche l’associazione con i farmaci antidepressivi, con miglioramento dell’effetto terapeutico degli stessi.

Quando usare la curcuma e quando gli integratori?

La curcumina viene assorbita con difficoltà e rapidamente eliminata, per cui si trova in piccole quantità nel sangue.

Quindi, l’utilizzo in cucina, determina effetti positivi moderati, nel mantenimento della salute, anche attraverso l’azione positiva sul microbiota intestinale. Il pepe nero, presente nel curry come la curcuma, ne potenzia l’effetto riducendone l’eliminazione. I prodotti presenti in vendita oggi sono stati formulati per favorire un maggior assorbimento della curcumina, attraverso diverse metodiche, e questi presentano effetti terapeutici. Considerando che ci sono stati una serie di casi di sofferenza del fegato durante l’assunzione di curcuma, anche se rari, se ne sconsiglia l’uso nelle persone che presentano malattie del fegato o calcoli biliari. Importante anche conoscere le interazioni con i farmaci, quindi l’utilizzo in patologie importanti va fatto sotto controllo di medico esperto.

Fabio Diana

Specialista in Medicina interna e Medicina dello sport

www.fabiodiana.it

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