Meno calorie, e si vive più a lungo

Meno calorie, e si vive più a lungo

di Michele Pizzinini

Un bambino nato ai primi del Novecento aveva una speranza di vita di circa 45 anni. Allora il 25% dei bambini moriva prima dei 5 anni per infezioni. Oggi grazie ad un'igiene ambientale migliore, un alimentazione più sana, alle vaccinazioni, agli antibiotici, e a strutture sanitarie migliori, un bambino ha un'aspettativa di vita che supera gli 80 anni.

Dagli anni Ottanta in poi, ogni cinque anni guadagniamo un anno di aspettativa di vita in più. In Trentino i numero dei centenari è raddoppiato in soli 15 anni. L'età, però, è il principale fattore di rischio per quasi tutte le malattie, più si invecchia e più si rischia di sviluppare tutta una serie di malattie, dal diabete all'Alzheimer. Ogni 7 anni raddoppia il rischio di ammalarsi a causa di un logoramento naturale del nostro corpo e al rallentamento ed alla perdita di efficienza dei nostri sistemi di riparazione cellulare.

Ma noi moriamo perché invecchiamo o perché ci ammaliamo? Probabilmente se avessimo dei pezzi di ricambio per sostituire gli organi danneggiati, come il fegato o il pancreas - ed è quello che stiamo cercando di fare con le cellule staminali - potremmo vivere fino a 120 anni. Però se l'organo danneggiato è il cervello quello non possiamo certo sostituirlo ed è dunque importante impedire o quantomeno rallentare i danni che si accumulano con il passare degli anni. E allora come possiamo rallentare il processo di invecchiamento per ridurre il rischio di ammalarci?


Ad oggi il sistema migliore per rallentare i processi degenerativi che accompagnano l'invecchiamento si è dimostrato essere la restrizione calorica. Fin dagli anni Trenta del secolo scorso, si era osservato che restringere l'apporto calorico, garantendo un ottimale apporto di proteine, vitamine e sali minerali permetteva ai topi di laboratorio di allungare la vita del 30% circa. L'ipotesi che una restrizione calorica potesse allungare l'aspettativa di vita è stata poi verificata nel corso degli anni anche sui lieviti, sui vermi, sui moscerini, sui topi fino alle scimmie, e in effetti in tutti questi organismi, dai più semplici ai più complessi, si è verificato un rallentamento dell'invecchiamento.

Oggi per verificare se questa ipotesi sia valida anche per l'uomo si stanno facendo tutta una serie di studi. Ad esempio, negli Stati Uniti sono monitorati circa 10.000 volontari detti CRONisti (dall'acronimo Caloric Restriction with Optimal Nutrition) che hanno deciso autonomamente di ridurre l'apporto calorico del 25% circa, ad esempio assumendo 1700 calorie al giorno invece di 2200. Ma perché la riduzione dell'apporto calorico allunga la vita? Ovviamente la risposta è estremamente complessa, ma pare che l'organismo quando si trova in condizioni di restrizione energetica attivi i processi di riparazione cellulare con maggior intensità.

In altre parole quando abbiamo mangiamo molto l'organismo in parte accumula energia sottoforma di grasso ed in parte aumenta gli sprechi, ma quando l'apporto energetico è ridotto allora incomincia a riparare gli organi con maggior efficienza, riciclando le strutture danneggiate con maggior intensità. In pratica l'organismo entra in una «modalità risparmio». L'industria farmaceutica negli ultimi anni si è lanciata alla ricerca di un farmaco che funzionasse da elisir di lunga vita, ma siamo ancora molto lontani prima di avere a disposizione un principio attivo affidabile senza effetti collaterali dannosi. L'unica sostanza che simula la restrizione calorica e che sembra promettere bene è il «famoso» resveratrolo, quella sostanza antiossidante presente nel vino rosso a cui sono state attribuite proprietà anti aterosclerotiche, anti tumorigene ed oggi anche anti invecchiamento.

Il resveratrolo, presente nel guscio dell'uva, è prodotto dall'acino quando subisce un danno. La maggior quantità di resveratrolo la troviamo non quando l'uva è molto bella, ma bensì quando l'uva ha subito un danno, che può essere di tipo meccanico, come una grandinata o un'infezione, ad esempio ad opera di qualche virus. Nell'acino il resveratrolo attiva a cascata tutta una serie di sostanze che hanno una spiccata attività di riparazione e di ripristino delle strutture cellulari danneggiate dall'insulto. In sostanza stimola quei processi di riparazione e di recupero tipici della restrizione calorica. Studi recenti hanno però messo in dubbio queste proprietà anti-aging del resveratrolo. Staremo a vedere.


Al momento quello che possiamo fare noi, è cercare di non abbondare nell'assunzione di cibo, che dev'essere molto variato per garantire un apporto nutritivo ottimale, ma mai - o solo occasionalmente - esagerato e accompagnato da una regolare attività fisica che ci permetta di consumare anche qualche inevitabile eccesso alimentare. Credo che anche la nostra società, se non vuole invecchiare e degenerare rapidamente, dovrebbe imparare dagli organismi viventi che per mantenersi sani e longevi risparmiano energia, evitano gli sprechi e recuperano e riparano gli organi danneggiati.

comments powered by Disqus