Bloody Sunday, un arresto 40 anni dopo

di Paolo Micheletto

A oltre 40 anni dalla Bloody Sunday (era il 30 gennaio 1972), la domenica in cui 14 manifestanti repubblicani caddero a Derry, in Irlanda del Nord, sotto i colpi delle truppe britanniche durante una marcia pacifica, c’è stato il primo arresto. È un ex militare di 66 anni, all’epoca in servizio tra i parà di Sua Maestà di stanza in Ulster. La notizia è stata diffusa in Italia dall’Ansa.

L’accusa è pesante. Lui, giovane militare di 23 anni che nelle carte degli inquirenti è identificato con il nome di «Soldato J», il 30 gennaio del 1972 avrebbe sparato e ucciso William Nash, Michael McDaid e John Young, di soli 15, 20 e 17 anni. È stato interrogato a Belfast e adesso si trova in un carcere di Antrim. Furono tredici le persone morte sul posto e una quattordicesima in ospedale mesi dopo quel giorno funesto che innescò la rivolta in Irlanda del Nord e favorì l’ascesa dell’Ira. Nessun soldato era mai stato arrestato prima. «Abbiamo aspettato questo giorno per 44 anni», hanno commentato i parenti delle vittime.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"624876","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"752","width":"1024"}}]]


Secondo l’inchiesta Saville quel giorno furono morti «ingiustificate e ingiustificabili» perché i manifestanti non aggredirono né minacciarono in alcun modo i militari britannici. Durata 12 anni e costata 250 milioni di dollari la mega inchiesta non bastò ad individuare le responsabilità della strage.

Il tragico evento ispirò Sunday bloody sunday, una delle canzoni capolavoro degli U2. Nel 1983 Bono si chiedeva: «Per quanto tempo dobbiamo cantare questa canzone? Per quanto tempo? Per quanto tempo?».

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"624901","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

comments powered by Disqus