Il sostegno a Dell'Utri e la libertà di pensiero

Io sono un convinto sostenitore della nostra Costituzione e dei principi in essa contenuti. All'articolo 21 afferma: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Non mi scandalizza, quindi, che qualcuno acquisti una pagina per dire che, secondo lui, Dell'Utri è un santo

di Pierangelo Giovanetti

Caro Direttore, vorrei un suo parere e un suo personale pensiero, su quanto pubblicato, a pagamento, il 26 giugno sul Corriere della Sera, uno dei più importanti quotidiani italiani, dove la Fiat è il maggior azionista. Un'intera pagina, pare comprata dalla moglie, in cui per Marcello Dell'Utri compaiono numerose attestazione di stima, la maggioranza da parte di suoi ex collaboratori di Publitalia. Condannato in via definitiva, ex latitante ed ex politico di lungo corso. Condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Lei Direttore, avrebbe pubblicato, seppur a pagamento, simile pagina sul suo giornale?

Caro Pinamonti, io sono un convinto sostenitore della nostra Costituzione e dei principi in essa contenuti. All'articolo 21 afferma: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
Non mi scandalizza, quindi, che qualcuno acquisti una pagina per dire che, secondo lui, Dell'Utri è un santo.
I vincoli che io pongo sull'Adige per una pagina pubblicitaria di quel tipo sono:
1) che sia chiaro che si tratta di pubblicità o informazione a pagamento (cioé non è un'iniziativa del giornale o una campagna portata avanti dal quotidiano);
2) che non contenga frasi o affermazioni incitanti all'odio, al razzismo, alla violenza, alla discriminazione (sessuale, etnica, linguistica, religiosa, eccetera); che non riporti epiteti offensivi o ingiuriosi verso chicchessia; che non offenda i sentimenti e il credo religioso delle persone, e delle varie comunità presenti sul territorio; che non trasgredisca la legge.
Ciò che io farei, qualora mi capitasse una richiesta simile (e che ho già fatto in qualche caso), è quello di scrivere un «corsivo» in cui viene precisato che si tratta di un'iniziativa comunicazionale «altra» rispetto al quotidiano, e che non coinvolge in alcun modo la linea editoriale del giornale. È ospitata, ma non sostenuta direttamente o indirettamente dal quotidiano.
Poi, per il resto, sono per la libertà di pensiero e di espressione. Altrimenti non pubblicherei nemmeno le pagine delle lettere e delle opinioni, dato che in alcuni casi solo una minima parte di quanto espresso dai lettori e dai vari interventi è condivisibile, e a volte nemmeno quello.
Resta sempre attuale il principio espresso da François-Marie Arouet, più comunemente noto come Voltaire, che amava ripetere: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu possa esprimerla».
A mio parere è un principio a cui attenersi pure nella conduzione di un giornale e nella cura delle pagine quotidiane delle lettere e degli interventi, dando spazio anche a chi esprime idee non condivisibili in parte o in nulla, ma espresse con civiltà, rispetto, argomentando la propria posizione,  sicuramente non trasgredendo la legge.

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