Asilo nido, Baby Life e dita incrociate

di Andrea Tomasi

«Laureata in un ateneo emiliano nel 2003, con una laurea quadriennale (vecchio ordinamento) in Scienze dell’educazione (non Ingegneria, per intenderci!). Ho trovato lavoro qui in Trentino, in cooperative sociali, sempre con contratti a tempo determinato o co.co.pro. Sempre sottopagata. Mi sono occupta di bambini delle più svariate fasce d’età, soprattutto bambini con disagio. Finché nel 2010 ho trovato impiego in un asilo nido, dove lavoro tuttora, ma dove so già che non potrò mai avere un posto fisso, poiché non possiedo il Baby Life (l’attestato del corso di formazione della Provincia). Quindi, quando scadrà l’appalto, mi manderanno a casa».

 

È questa la testimonianza Alessandra (il nome è di fantasia), una delle tante laureate che in Trentino non trova posto, non come «maestra» di «asilo nido». Una storia come tante nella telenovela del Baby Life, il corso dell’Irsrs sostenuto con i soldi del Fondo sociale europeo. Le laureate vogliono evitare la «lotta fra povere» con le colleghe che già lavorano nei nidi, ma hanno contestato la Provincia. «Perché - chiedono - seguire ancora delle lezioni, se in tasca abbiamo un diploma di laurea?» C’è da idre che la Provincia, dopo anni di polemiche, è intervenuta con dei correttivi: da poco è stata approvata una delibera in materia.

 

«Ora, dopo 4 anni di studi universitari (peraltro la mia laurea è riconosciuta in tutta Italia), dieci anni di gavetta (ah! e anche un’esperienza da coordinatrice), mi dicono che devo fare l'ennesimo esame (quello del Baby Life, appunto). Perché il curriculum non conta nulla. Qui ti dicono: “Se questo lavoro lo fai già da tre anni, puoi avere un contratto a tempo, ma non permanente”. L’idea forse è di non dare troppe certezze... L’unica motivazione che mi spingerebbe a partecipare comunque a questo esame, è il fatto che aspetto un bambino e forse non è il caso che il mio piccolo si trovi una mamma senza lavoro! Ma è e rimane un’assurdità!».

 

E la delibera della giunta provinciale? «È ancora ambigua. Infatti per accedere all’esame si parla parla di laurea più tirocicinio (con fascia 0-3) o più esperienza lavorativa in nidi a titolarità pubblica. Cosa vuol dire? Solo i nidi comunali? O anche quelli pubblici, ma appaltati a cooperative? Se fossero presi in considerazione solo i comunali, io non potrei nemmeno partecipare all’esame. Ma attendo dettagli e incrocio le dita».

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