Tragedia / La sentenza

Rigopiano, due anni al sindaco di Farindola, 25 assoluzioni. I familiari: «Ci avete ucciso di nuovo»

«Oggi ci avete ucciso di nuovo»: è questo il grido dei familiari delle 29 vittime che persero la vita nel gennaio 2017 quando una valanga travolse l’hotel di Farindola. Solo cinque condanne. Assolti anche l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l'ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco

FOTO La tragedia di Rigopiano

PESCARA. A oltre sei anni di distanza dalla tragedia giunge a conclusione oggi, giovedì 23 febbraio, il processo di primo grado per la tragedia di Rigopiano, in cui l'hotel di Farindola venne travolto da una valanga il 18 gennaio 2017 e morirono 29 persone.

Poco dopo le ore 17 è giunta la sentenza: due anni e otto mesi al sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta. La pronuncia del gup del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea. L'accusa aveva chiesto per Lacchetta, sindaco attuale e all'epoca del disastro, 11 anni e 4 mesi. Assolti l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l'ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. 

In totale, 30 gli imputati ammessi al rito abbreviato (ma per 4 di questi la stessa Procura ha chiesto l'assoluzione), tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi. La sentenza: 5 condanne e 25 assoluzioni.

Al centro del dibattito, come fu per il sisma che colpì l’Aquila, l’operato dell’uomo nel suo ruolo di funzionario pubblico, che dovrebbe garantire la sicurezza ai cittadini, sia nel rispetto delle normative esistenti, sia nella fase emergenziale dei soccorsi.

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Rigopiano, a sei anni dalla tragedia attesa per la sentenza

A oltre sei anni di distanza dalla tragedia giunge a conclusione il processo di primo grado per Rigopiano, l'hotel di Farindola travolto da una valanga il 18 gennaio 2017, evento in cui morirono 29 persone: imputati 30 tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi.

Articolo in aggiornamento

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