Sisma / La tragedia

Terremoto in Turchia e Siria, oltre 2.300 morti. Il più grande disastro dal 1939

Al momento, secondo la Farnesina, nessuno degli italiani ivi residenti ha riportato conseguenze e ferite. Sono state più di cento le scosse di assestamento, si sono avvertite fino alla Groenlandia

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ISTANBUL. Una scossa di terremoto di magnitudo 7.8 è stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) nel sud della Turchia, non lontano dal confine con la Siria. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep.

Continua a salire il drammatico bilancio, oltre 2.300 morti il bilancio del sisma. Al momento, 810 le vittime nella sola Siria, che si aggiungono alle circa 1.500 in Turchia. I feriti nella sola Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280. Il governo turco fa sapere in una nota che "finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati".

In un comunicato, la Protezione civile italiana ha raccomandato di allontanarsi dalle zone costiere, a fronte dell'allarme tsunami (poi rientrato) annunciato in mattinata. Le scosse del devastante terremoto si sono avvertite fino alla Groenlandia. Lo riferisce l'istituto geologico danese.

"Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l'Ingv, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull'evoluzione dell'evento", conclude la nota.

Papa Francesco è rimasto "profondamente addolorato per l'ingente perdita di vite" provocata dal terremoto nella zona del sud-est della Turchia, assicurando a tutti i colpiti "la sua vicinanza spirituale". E oltre alla sua "vicinanza" e al suo "cordoglio", esprime incoraggiamento al personale di soccorso. Analoghi sentimenti il Pontefice li manifesta anche per le vittime causata dal terremoto nella zona del Nord-Ovest della Siria. Lo si legge in due telegrammi inviati, a nome del Papa, dal cardinale Pietro Parolin ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, mons. Marek Solczynski e card. Mario Zenari.

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