Corea del Nord / I divieti

Kim dichiara guerra ai jeans attillati e ai film stranieri

Il leader coreano ha messo al bando i jeans attillati e pratiche, come il piercing, ritenuti simboli dello "stile di vita capitalista"

PYONGYANG. La Corea del Nord ha lanciato una guerra a slang, jeans attillati, tagli di capelli e film stranieri, soprattutto le soap opera sudcoreane, attraverso una nuova legge varata di recente per neutralizzare le minacce del "pensiero reazionario".

Lo stesso Kim Jong-un ha scritto lo scorso mese una lettera alla Lega della gioventù, riportata dal Rodong Sinmun, allo scopo di reprimere "comportamenti sgradevoli, individualisti e antisocialisti" tra i giovani per fermare il linguaggio straniero, le acconciature e i vestiti che ha descritto come "pericolosi" e veleni" per la tenuta della società.


Kim ha messo al bando i jeans attillati e pratiche, come il piercing, ritenuti simboli dello "stile di vita capitalista": è necessario quindi fare di più per impedire alla "cultura capitalista" di conquistare il Paese, è stato il suo monito.

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